Un altro regalo alle compagnie: tariffe telefoniche legate all’inflazione?

Meloni

Zitto zitto, quatto quatto, il governo ne ha combinata un’altra delle sue: nel ddl Concorrenza compare infatti (presentato l’ultimo giorno utile, giusto per far capire di che parliamo) un emendamento che a quanto pare autorizza le compagnie telefoniche a inserire nei contratti clausole di adeguamento automatico delle tariffe all’inflazione. Il rincaro, pur modificando il prezzo, non sarebbe considerato una variazione contrattuale, e quindi non darebbe diritto al recesso gratuito. In pratica, se l’emendamento l’emendamento 9.0.113 passerà, i gestori potranno aumentare i prezzi ogni anno senza che l’utente possa opporsi o cambiare compagnia senza costi. Altro che “prima gli italiani“..

Un passo indietro

L’emendamento contraddice le regole dell’AGCOM, che aveva chiarito come “qualsiasi variazione del prezzo, anche se dovuta a una clausola di indicizzazione, costituisce a tutti gli effetti una modifica delle condizioni contrattuali“. La sua approvazione sancirebbe una regressione storica nelle tutele contrattuali, consegnando ai gestori un potere unilaterale di adeguamento. In un contesto di inflazione elevata, questo significa rincari certi e permanenti per milioni di utenti, senza alcuna garanzia di trasparenza.

Una politica a senso unico

Non mi interessa la retorica e la polemica politica, infatti non ho riportato neanche il partito da cui provengono i tre firmatari della proposta: il punto è pratico. Con una clausola del genere – da tempo desiderata dai colossi del mercato italiano – i prezzi salirebbero ogni anno, e il cittadino resterebbe vincolato. Parliamo di servizi essenziali: telefonia e connettività. È l’ennesimo favore alle imprese dopo mesi di rincari in bollette e beni primari, con i salari fermi da una vita. E figurarsi se sono questi ultimi, ad adeguarsi all’inflazione..

Insomma, diciamo le cose come stanno: la soluzione proposta, per quanto riguarda i cittadini e i consumatori, è una porcheria. Non c’è alcuna “concorrenza” quando si rende strutturale l’aumento e si toglie l’uscita di sicurezza..

Ora basta

Chiediamo che l’emendamento venga ritirato o riscritto. Ogni volta che si toccano le norme per favorire i grandi gruppi, si toccano gli interessi di milioni di italiani. Se questa norma passerà così com’è, la contesteremo in ogni sede utile: è tecnicamente scorretta e socialmente inaccettabile, e noi non staremo fermi a guardarla.

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