Nei giorni scorsi, come accade da anni – nel silenzio assordante dei giornaloni – siamo andati davanti al Tar del Lazio (sezione quarta, Pres. Politi, Rel. Fanizza) per affrontare un’udienza chiave. Si parlava di Ilva (o ex-Ilva), di Taranto, ma si trattava soprattutto di limitare i morti e malati nella zona. Dopo la scadenza dei termini fissati per effettuare le bonifiche ambientali, abbiamo chiesto infatti ai giudici del Tar di ordinare all’acciaieria e al Governo di realizzare entro 90 giorni tutti gli interventi di risanamento ambientale. Lo abbiamo fatto proprio per bloccare l’insorgenza di malattie e i decessi legati all’inquinamento dell’area.
Che coincidenza straordinaria, vero? Quando si tratta di grandi interessi, puf: le notizie evaporano, i fatti non interessano e nessuno li racconta. Peccato: altrimenti tutti gli italiani avrebbe ascoltato dal TG della sera l’incredibile difesa di Acciaierie d’Italia che, nella memoria presentata, scrive che “soltanto” (!) 4 delle misure ambientali previste non sono state ancora realizzate (il termine di legge però è scaduto ad agosto 2023).
Tra queste misure ancora di là da venire rientra pure la rimozione dell’amianto, ossia una delle cause principali del boom di tumori tra lavoratori e cittadini. Ma che importa, tutto sommato: il grosso è fatto, a questi piccoli dettagli ci si penserà.
Di fronte a ragionamenti del genere, come legali del Codacons, il sottoscritto e l’avv. Gino Giuliano hanno depositato i dati drammatici e sconvolgenti sui bambini nati a Taranto.
Alcuni studi attestano come tra il 2001 e il 2013 il 49,1% dei neonati maschi e il 50,9% delle femmine siano venuti al mondo sottopeso, a causa delle emissioni inquinanti dell’acciaieria che colpiscono le donne in gravidanza. E gli studi epidemiologici evidenziano inquinanti oltre i limiti, tumori in aumento, anche nei bambini, con più casi di autismo e minor quoziente intellettivo.
Una catastrofe assoluta, uno scenario post-apocalittico.. Di cui non di parla mai. A Taranto ormai è vietato fare figli, a Taranto ormai c’è una “zona di sacrificio” per i morti da inquinamento, a Taranto si accumulano ogni giorno morti in eccesso per tutti i tumori maligni, del fegato, respiratori. Ma siccome è una notizia vera, cari amici, perché stupirci: è ovvio che non ce l’abbiano raccontata.