Le palline gialle (dorate) della FIT


A scorrere il listino prezzi degli Internazionali di Roma di Tennis, il più importante evento tennistico italiano, la prima impressione è quella di trovarsi non di fronte a un torneo sportivo ma in gioielleria: una di quelle del centro di Roma dove, a tirare fuori solo pochi euro, ci si sente davvero degli accattoni. 

Le tariffe, tradizionalmente alte, sono quest’anno – letteralmente – esplose: per assistere ai match di Sinner & co. biglietti a livelli stellari e abbonamenti che fanno quasi sembrare conveniente l’affitto di uno yacht. A parte i 44.450,00 € dell’abbonamento suite, basta quello in Tribuna (€ 3.695,00 €) per far capire di che parliamo; mentre, per le singole partite, si raggiungono anche 1.344,00 € (domenica 19/5, diurna, 12:00), ma si parte da 298,00 €. Un’enormità.

A voler fare un po’ d’ironia si può dire che la scelta di una banca come sponsor sia particolarmente azzeccato per una kermesse che di fatto richiede, ai partecipanti, operazioni allo sportello di non banale entità..

Per carità, nel mondo di oggi ognuno fa i prezzi che vuole, tocca ripeterlo una volta ancora. Ma che peccato, amici: un tariffario simile – dopo due anni di inflazione galoppante e bilanci familiari allo stremo – rappresenta un’occasione persa per aprire le porte a una moltitudine di interessati, per avvicinare a questo sport di straordinario, eterno fascino un fiume di potenziali giocatori, spettatori, magari campioni.

I romani avrebbero tollerato il traffico e il caos che da anni attanagliano la Capitale nei giorni del torneo per ammirare le stelle del tennis anche solo da lontano: ma così, una volta ancora, saranno in larghissima parte chiamati a fare da fondale, da spettatore assente, da esclusi.

Qualcuno dica ai signori della FIT che un evento del genere non è più accessibile a nessuno, perché nessuno si può permettere di pagare cifre simili (a parte pochissimi benestanti) nell’anno 2024: magari, vivendo su un altro pianeta, alcuni di loro non se ne sono accorti.

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