Sesso sì, ma senza ossessione di genere!


Un cambiamento antropologico è in atto nella società italiana, ma in pochi se ne accorgono. Mentre infatti lo sguardo collettivo è rivolto nella direzione del calo del desiderio – l’accorata denuncia che i giovani fanno meno sesso di una volta – ci sono delle parole che raccontano, molto più di altre e al di là di ogni semplificazione giornalistica, la rivoluzione in atto. Una di queste parole è demisessualità: ovvero, l’orientamento sessuale di una persona che sente attrazione sessuale dopo essere riuscita a sviluppare uno stretto legame emotivo verso quella persona. E a prescindere da tutto il resto, genere compreso. Un’altra è bisessualità, un’altra ancora pansessualità: provare attrazione sessuale e/o romantica verso qualcuno/a a prescindere dal suo genere o sesso biologico. Tanti nomi, tante etichette, ma un concetto fondamentale: in poche parole, sta prendendo piede tra i giovani – che piaccia o meno, così è – una vera e propria trasformazione della sessualità. Potremmo riassumerla così: sesso sì, ma senza ossessione di genere!  Per dirla con Miley Cyrus, ex icona Disney:

«Mi va di fare a letto qualunque cosa con chiunque di qualunque sesso e orientamento, basta che siano atti consenzienti».

ll gioco delle coppie ai tempi dei Millennials ha regole del tutto nuove: i ragazzi vogliono sperimentare, e non amano paletti e confini eterni. Non sono affatto confusi (ah, quanti luoghi comuni!) Sono diventati più indifferenti ai (pre) giudizi altrui, e di frustrazione e repressione non vogliono neanche sentir parlare. Secondo un sondaggio dell’agenzia YouGov, il 43% dei ragazzi europei e statunitensi tra i 18 e i 24 anni non si definisce completamente eterosessuale né completamente gay, e neppure bisessuale. L’apertura mentale cresce e si  moltiplicano le app dedicate agli incontri senza restrizioni di preferenze o legami, a conferma del fatto che molte barriere del passato stanno venendo via una volta per tutte. 

Siamo al tramonto di un certo modo «all’antica» di guardare al proprio orientamento sessuale. La profezia di Kristen Stewart («Penso che tra tre o quattro anni ci saranno molte più persone che non riterranno necessario capire se sei gay o etero. Sarà: fai quello che va bene per te») si è già compiuta. I ragazzi di oggi si sentono liberi di vivere le proprie relazioni in tutta la loro complessità, di sperimentare senza dover fare una scelta permanente – spesso sentita come riduttiva. E, aggiungo io, che gli anni della liberazione sessuale li ho vissuti in prima persona: al di là di chi li critica, dei soliti tromboni che manterrebbero tutto uguale fino alla fine dei tempi, fanno proprio bene.

 

 

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