Dopo settimane di immobilismo pressocchè assoluto da parte del Governo sono arrivate le dichiarazioni del ministro Urso a farci capire la prospettiva di chi, in questo momento, governa gli italiani: prospettiva che, a posteriori, avremmo preferito non conoscere.
Riassumendo, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Urso, infatti, ha candidamente dichiarato che: a) le cose non vanno poi così tanto male, o comunque vanno meglio che negli altri Paesi europei; b) la colpa dei prezzi alle stelle è delle accise: senza quest’ultime, infatti, il prezzo industriale della benzina è minore rispetto ai nostri vicini.
Sembra davvero, amici, che un colpo di calore abbia travolto il Governo tutto, che sulla questione del caro-benzina rischia di giocarsi una buona fetta di popolarità e consenso accumulato nel corso del tempo: qualcuno deve spiegargli infatti che le famiglie non pagano il prezzo depurato dalle accise ma quello reale. E allora chisseneimporta di come sarebbe in un altro mondo senza accise, se oggi il prezzo reale da sopportare raggiunge (addirittura) i 3 euro, e nessuno sembra capace di fermare l’arrampicata dei prezzi. Senza contare un altro aspetto, ancora più odioso: lo Stato dai rincari ci guadagna tramite le tasse sui carburanti. Mentre infatti l’esecutivo ha dormito alla grossa di fronte alle fiammate molto sospette propinate agli italiani a ridosso delle giornate di maggior traffico, lo Stato ha continuato a incassare – sempre di più – dalle tasse sulla benzina: in una settimana, tra un esodo e un controesodo, si parla di un totale-monstre intorno ai 2,2 miliardi di euro.
Il copione di questa infinita estate, insomma, è chiarissimo: il Governo tentenna, lo Stato incassa e ringrazia e cittadini si ritrovano spennati a ogni goccia versata nel serbatoio. In alcuni punti si segnalano prezzi vicini ai 3 euro al litro: una follia completa. E pensare che molti esponenti del Governo abbiano annunciato e promesso negli anni un immediato taglio delle accise – vi ricordate? – non fa che aumentare l’amarezza dei cittadini, che si sentono – comprensibilmente – presi per i fondelli un po’ da tutti.
Noi non rimaniamo fermi: abbiamo già annunciato un esposto a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia e ai comandi regionali della Guardia di Finanza. Chiediamo alla magistratura di intervenire sui rincari che si registrano in occasione delle partenze degli italiani, aprendo una indagine tesa a verificare la possibile fattispecie di aggiotaggi. Ora siamo costretti a replicare: invieremo una denuncia al Ministero dell’Economia e delle Finanze con diffida a congelare gli introiti delle accise, che rappresentano un’appropriazione indebita e una speculazione da aggiotaggio nei confronti dei consumatori. Una volta di più non ci tiriamo indietro, ma il silenzio generale davvero ci sconcerta. Possibile non ci sia nessuno pronto a dire ad alta voce che oltre 2 miliardi di incassi, in piena ondata-rincari e tartassando gli italiani in ferie, rappresentino l’ennesimo grande furto delle accise?