Sant’Oronzo, aiutaci tu!


Giorni di festa grande (e infinite discussioni) a Lecce, dove la statua di Sant’Oronzo – cui i cittadini del posto sono legatissimi – è tornata al centro dell’omonima piazza. Il manufatto è stato accolto davvero in pompa magna, a riprova dell’aspettativa che l’ha circondato: l’installazione è avvenuta con la banda cittadina, tra gli applausi della gente, alla presenza del sindaco e dell’intera giunta comunale. Caso strano – ma sarà una coincidenza – in perfetta concomitanza con l’inizio della campagna elettorale per le elezioni comunali.

Bene, bravi, bis. Ma dopo circa cinque anni di lavori, e una spesa sostanziosa coperta dai privati, a guardar bene qualcosa non torna. Già, perchè mentre il sospetto che Sant’Oronzo sia finito tirato per la stola a fini elettorali è legittimo, la statua non è più quella originale (spostata altrove): si tratta di una copia, che molti leccesi hanno subito cominciato a contestare.

La nuova scultura sarà purepiù adatta ad affrontare le intemperie e l’inquinamento“, per carità, ma per molti residenti ha un difetto che pesa come una macchia: è diversa dall’originale. Il che, per una copia, è davvero un bel problema. Non a caso, se da una parte ha prevalso la commozione (e la devozione) tra i tanti presenti all’evento, online e non solo il dibattito sulle differenze è letteralmente esploso. In tanti, tantissimi lo dicono a chiare lettere: quello non è il “nostro” Sant’Oronzo.

Per la precisione sono zigomi, palpebre e naso, oltre alla diversa angolazione del braccio benedicente e alla posa delle dita, gli elementi più contestati. Alcuni più in generale parlano di “una certa qual non somiglianza tra le due statue“. Insomma: il famoso gioco enigmistico – Trova le differenze – in questo caso sembra il più indicato. Se stessimo parlando di persone, e non di sculture, potremmo pensare che i due soggetti in questione non si somiglino neppure, magari che non siano nemmeno imparentati.

Scherza coi fanti ma lascia stare i Santi, dice il proverbio. Ma dopo 5 anni – che per i leccesi doc sono una vita intera – senza statua, e aver scoperto che per vedere l’originale dovranno andare a Palazzo Carafa, sui 200 mila euro andati in fumo per ottenere una copia (approssimativa) è impossibile non farsi una risata. Non resta da augurarsi che, diverso o no, il Santo Patrono continui a vegliare sulla comunità: i leccesi, come tutti noi, di questi tempi ne hanno davvero un gran bisogno.

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