Salviamo i ciclisti!

Cari Amici,

è notizia di oggi: in via delle Mura francesi nella zona di Ciampino, un anziano di 81 anni che circolava in bici è stato investito da una automobile e ora versa in gravi condizioni al policlinico di Tor Vergata. Purtroppo, episodi del genere non sono per nulla rari: meno di due mesi fa – tanto per fare un esempio, pescando a caso nell’interminabile casistica che la cronaca racconta solo in parte – tre ciclisti furono investiti sulla Via Aurelia e uno di loro morì. Secondo gli ultimi dati, quasi 300 ciclisti all’anno pagano con la vita la scelta della bicicletta. Si tratta, ormai è chiaro, di un classico tema da campagna elettorale: argomento carissimo ai candidati (prima delle elezioni) e poi, nei fatti, dimenticato (quando si amminiFoto-rienzi-piste-ciclabilistra).

Tragedie come questa rimandano, inevitabilmente, a un discorso più ampio sulla mobilità “sostenibile” e sulle ciclabili. La verità è sotto gli occhi di tutti: anche nel corso di questa campagna elettorale le promesse ai ciclisti si sprecano, le visioni futuribili pure, ma si di soluzioni realizzabili, concrete, neanche l’ombra. Tutti progettano, annunciano, sognano, perchè tanto prima non costa nulla. Bene (o meglio, male). Io – da candidato sindaco – una cosa di buon senso ci tengo a dirla: a Roma bisogna innanzitutto avere cura delle piste ciclabili che esistono, ma sono abbandonate, degradate e ormai pericolose. Tanto che, qualche settimana fa, Biciroma denunciava che “si pedala meglio in Amazzonia”, visto che da noi siamo costretti a farlo tra erbacce e cespugli che nessuno si ricorda di tagliare. Nella Città Eterna, da questo punto di vista, siamo lontani anni luce dalle altre capitali europee: lì la bicicletta non è solo un mezzo chic, che conviene citare nei comizi perchè fa tanto “green”, ma una reale alternativa per i tragitti quotidiani dei cittadini, una soluzione economica e salutare anche per il percorso casa-lavoro, una presenza ormai abituale all’interno delle “mura”, dove spesso e volentieri rimpiazza la macchina. Ben vengano tutti i Grab del mondo, ma l’importante – prima di tutto! – è mantenere in condizioni efficienti i tratti già costruiti, senza costringere i ciclisti a utilizzare la carreggiata stradale, con un inevitabile incremento dei rischi a loro danno. Altrimenti, purtroppo, Roma resterà una città pericolosa per tutti loro.

A presto,

CR

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