Mentre la guerra in Ucraina si prolunga (purtroppo) e monopolizza i canali informativi (e propagandistici), le cronache nazionali raccontano di un pasticcio, davvero complicato e foriero di conseguenze, accaduto in occasione del concorso ordinario docenti nella scuola secondaria (di primo e secondo grado).
In sintesi: le polemiche sono divampate in seguito alla prova scritta da cinquanta quesiti a risposta multipla a cui rispondere in cento minuti.
Nove candidati su dieci, infatti, non sono riusciti a superare le prove. I motivi di un tale disastroso risultato sarebbero da rintracciare in primis nella tipologia dei quesiti proposti e nelle modalità con cui sono stati formulati: si è trattato infatti di quesiti “trabocchetto”, “ostici”, “ingannevoli”, in molti casi addirittura errati e comunque per nulla idonei a testare le effettive capacità dei candidati, né attinenti al lavoro che gli stessi saranno chiamati a svolgere come insegnanti.
In tantissimi, però, aspettavano questo concorso da tempo, e avevano studiato duramente per superarlo: e si può facilmente immaginare quanto l’accaduto – grottesco e incomprensibile – abbia sconfortato la maggior parte dei candidati e soprattutto coloro che da anni, da precari, insegnano già.
Di conseguenza, è per loro che abbiamo deciso di intervenire: stiamo preparando un ricorso collettivo al Tar del Lazio per sostenere le ragioni di tutti quei docenti precari che da anni studiano e si preparano per questo concorso, e ora stanno assaggiando tutta l’amarezza e delusione per esserne stati esclusi senza un valido motivo.
Ne discuteremo anche, dal vivo, nei prossimi giorni. Appuntamento per mercoledì 6/4/2022, per il webinar dedicato alla vicenda. Parteciperanno, insieme a me, l’avv. Marta Perugi e l’Avv. Sergio Santoro – già Presidente aggiunto del Consiglio di Stato.
Basta cliccare qui per registrarsi e approfondire la vicenda.
Vi aspetto, non potete mancare!