Pensierino di fine anno


Il Palbociclib è una nuova sostanza, si trova in un farmaco che si chiama Ibrance (della Pfizer) e ferma il progredire delle metastasi (quindi, cura il cancro). Si tratta davvero di uno straordinario ritrovato, ma con un problema non di poco conto: questo farmaco – o meglio ogni pasticca, che va presa ogni 21 giorni – costa 5000 e rotti euro: una somma che, è chiaro, potrebbero sostenere in pochi, anzi pochissimi, tagliando fuori di fatto gran parte della popolazione mondiale.

La vicenda Palbociclib/Ibrance è emblematica per capire alcune cose e porsi alcune domande. La prima: e se un tumore con metastasi capita in Africa, o in una baraccopoli sudamericana, chi mai potrà pagare una pasticca da 5000 euro e oltre? La seconda: ma la ricerca chi la fa, solo chi poi ha interesse a vendere e a fare profitti a più non posso come accaduto negli anni della pandemia da distribuire ai già ricchi azionisti? La terza: gli Stati, e anche l’Italia, cosa fanno e cosa hanno intenzione di fare in questo ambito: nulla, come ormai d’abitudine?

Il discorso sembra riguardare solo il cosiddetto (fu) terzo mondo, ma non è così. Anche in Italia, se non ci fosse il SSN – con il suo principio universalistico, in cui tutti pagano per tutti – quattro gatti potrebbero permettersi la magica pillola, e per gli altri ci sarebbe solo da morire. Un’evidenza drammatica ma innegabile, di cui è ora di rendersi conto. Ma allora la domanda che pongo è: cos’è oggi che decide davvero sulla vita e la morte, le cause naturali o le cause sociali?

Condizioni economiche così diseguali e differenti da una persona all’altra, da un Comune all’altro, da un Paese all’altro, da un pezzo di pianeta all’altro non possono che avere conseguenze enormi sulla speranza e l’aspettativa di vita. E allora è il caso di concludere l’anno con questo pensiero sul conflitto eterno tra salute (pubblica) e profitto (privato), aprendo il 2024 con un dibattito su cosa possiamo e dobbiamo fare noi per cambiare le cose, per fare in modo che nel mondo di domani non possa sopravvivere solo chi ha i soldi sul conto corrente.

Un principio da cui partire, essenziale e basilare, è il seguente: essendo le malattie, i tumori, gli infarti, uguali a ogni latitudine, essendo il dolore democratico e tale per tutti gli esseri umani, a maggior ragione la ricerca dovrebbe essere a spese del pianeta, gratis per tutti, e dovrebbe portare a farmaci distribuiti a tutti in tutto il pianeta. Ecco il punto da cui partire: oppure va bene così, ed è sano un mondo che somiglia a uno Squid Game dove sopravvive solo chi è più ricco?

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