Le notizie che spariscono dai telegiornali


Il criterio della notiziabilità – l’idoneità di un fatto a trasformarsi in notizia – ormai, è completamente sfuggito di mano.

Si prendano questi ultimi giorni come esempio: a dominare i TG nazionali, specie quelli di viale Mazzini, è stata la notizia della morte di Totò Schillaci. Un fatto certo triste – sia chiaro, non è in questione la persona: massimo rispetto e affetto per Schillaci – ma che rimane privato, al limite familiare, e che comunque non va oltre l’ambito calcistico e sportivo.

Del tutto diverso il trattamento riservato all’Ilva e alla situazione, tragica, della città di Taranto: pochi giorni fa la corte di Appello di Taranto ha distrutto le speranze di migliaia di cittadini malati o delle famiglie dei morti per l’inquinamento prodotto dall’acciaieria, annullando la sentenza di primo grado e disponendo il trasferimento del processo, ma il servizio pubblico ha dedicato pochi secondi a questa vera e propria catastrofe giudiziaria.

Due storie, una privata e una di interesse pubblico, ma due destini mediatici completamente diversi. Una sproporzione nell’informazione della TV pubblica resa ai cittadini che non possiamo non denunciare. Ecco, il punto è tutto qui: alcune questioni diventano di dominio pubblico, altre spariscono, a totale piacimento di chi invece, le notizie, dovrebbe darle (tutte).

Il problema, è chiaro, è rappresentato da direttori e redattori dei TG nazionali: professionisti dell’occultamento, habitué della cronaca nera (o rosa) al posto delle questioni vere, aficionados della distrazione di massa. Tante cose, ma – spesso – tutto tranne che giornalisti.

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