Il Codacons ora risveglia anche i morti


Come ben sa chi conosce me e l’Associazione che ho l’onore – insieme ad altri – di presiedere, quello relativo ai diritti degli utenti sul web (e quindi, di converso, alle normative e alle regolamentazione di chi produce contenuti, in primis influencer e affini) è uno dei temi cui dedichiamo un’attenzione particolare.

Il web, infatti, è una vera e propria giungla: come in natura la vegetazione fittissima impedisce la vista e moltiplica i rischi, così su internet la stessa natura “globale” e virtuale dello strumento espone gli utenti a pericoli inattesi, condizionamenti illegittimi e informazioni distorte. La necessità di regole certe, di controlli autentici, di tutele solide è più forte che mai.

Arriviamo, piano piano, all’oggetto del racconto. Nel tempo, insistendo sul tema, abbiamo ottenuto risultati concreti e tangibili, comprese diverse pronunce dell’Antitrust. Dando seguito alle nostre campagne di pressione ormai pluriennali, come sempre molto efficaci sulla stampa e sul web, siamo riusciti a sollevare l’interesse del pubblico intorno al tema: gli utenti hanno cominciato a capire che la cosa – la diffusione di contenuti, spesso a pagamento e senza alcun rispetto delle norme che disciplinano la pubblicità, sulla rete – li riguarda, a chiedere di più e a pretendere regole serie. Un risultato straordinario, che condividiamo senza gelosie con altri: come la splendida Naike Rivelli, appassionata paladina dei diritti dei minori, ancora oggi troppo spesso sbattuti in prima pagina per alzare lo share, i like o le visualizzazioni.

Proprio mentre i giornali cominciavano a interessarsi alla questione, finalmente e dopo tanti sforzi, proprio mentre riuscivamo a organizzare un evento dedicato, un novello sindacato “per influencer e content creator” è sbucato sulla stampa e si è guadagnato gli onori delle cronache, molto ricettive sulla materia per ragioni – come detto – preesistenti. Una buona notizia, non c’è dubbio: la categoria degli influencer ha in questo modo riconosciuto il proprio dovere di sottoporsi ad una regolamentazione al pari di tutte le altre attività professionali. Non c’è dubbio, l’esistenza di un sindacato ad hoc rappresenta un obiettivo centrato. Figurarsi se un’Associazione come la nostra – che ha appena avviato una collaborazione con Meta volta a fornire ai consumatori italiani le competenze e gli strumenti necessari per un uso più responsabile di Internet e dei social media, e per promuovere campagne di sensibilizzazione e di educazione su materie come privacy e la sicurezza online – non apprezza uno sviluppo del genere: siamo ben contenti che dell’argomento si parli, e che anzi qualcuno abbia accolto il nostro invito a prevedere regole e norme chiare per questo settore.

D’altra parte, però, lasciatemelo dire: fa un po’ strano leggere titoli che parlano di “nascita” di un ente.. Che esiste da più di tre anni!

Fino a questo momento, infatti, si era sentito molto, molto poco rispetto alle iniziative di questa nuova realtà. O per essere onesti: in pochissimi, fondatori esclusi, ne avevano mai sentito parlare. Noi speriamo con tutto il cuore che l’esposizione mediatica dei giorni scorsi contribuisca a rafforzarla, incoraggiandola a estendere sempre di più il raggio di attività, a garantire sempre maggiori tutele agli utenti, a rafforzare i diritti di chi usufruisce dei contenuti online. Ma una battuta, di fronte ai fatti che abbiamo raccontato e a due passi da Halloween, non possiamo proprio trattenerla: questa storia lo dimostra, il Codacons ora risveglia anche i morti!

 

 

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