Nonostante la mia storia politica – che non è affatto un mistero, e che non ho difficoltà a raccontare – si collochi da sempre a sinistra, ci sono cose che proprio non tollero.
Per esempio: non tollero che con i soldi del canone si faccia propaganda politica faziosa, che si raccontino le ragioni di una sola parte. Come succede a “Il cavallo e la torre”, il programma condotto da Marco Damilano su Rai3.
Mi spiego. Mercoledì sera, nel corso della consueta puntata (che peraltro si va via via dilatando nel corso del tempo), il Damilano si è reso protagonista di una sorta di sproloquio, insistendo sul fatto che il governo italiano debba dare accoglienza alle navi delle ONG tedesche e olandesi – pagate non si sa da chi, come riporta anche un’inchiesta di Report – operanti nel Mediterraneo. Neanche un minimo dubbio, un interrogativo, nulla: verità granitiche, da applicare ciecamente, e guai a discutere.
Nessuno in studio a ricordare a lui, come anche alla sua ospite altrettanto ignorante – nel senso letterale di ignorare, non conoscere – che c’è una differenza lampante tra l’attività svolta dalle ONG (a prescindere dall’opinione che se ne abbia) e il salvataggio in mare vero e proprio – che si concepisce solo nei confronti di chi è naufrago, non di chi si imbarca su gommoni malridotti per essere accolto in Ocidente aggirando la consueta procedura legale, codificata dalle regole internazionali. Nessuno a discutere della lettera del governo tedesco che furbescamente – siccome non ha nessuna intenzione di farsi carico dei poveretti – stimola l’Italia a commettere reati e a favorire l’illegalità aprendo i suoi porti. Nessuno a chiedere come mai la Germania e l’Olanda non insistano per accogliere direttamente i migranti, come sarebbe doveroso; infatti, anche se la necessità di salvare persone in pericolo di vita nell’immediato è prevalente, dopo il primo soccorso questi Paesi dovrebbe farsene subito carico, senza scaricare sull’Italia le conseguenze E poi: Malta, che spesso è il porto più vicino, che fa?
Allora, facciamola finita: e facciamola finita, caro Damilano, con le opinioni a senso unico, con i pareri tutti concordi, con l’infinita reiterazione delle proprie ragioni sui canali del servizio pubblico.
Noi paghiamo il canone per gonfiare l’ego di questi narcisisti dell’informazione che – tra l’altro – spesso non sanno neanche quello che dicono.