Il caro-prezzi è un cancro per milioni di famiglie (specie le più povere)


Arriva un momento in cui le cose vanno dette per come sono, anche se le parole danno fastidio: questo succede, infatti, quando sono diventate innominabili, quando c’è un muro invisibile che impedisce di pronunciarle. Ecco, in questo momento le cose stanno così e non ho paura di dirlo: il caro-prezzi rappresenta a tutti gli effetti un “cancro” per milioni di famiglie, tanto più aggressivo quanto più basso è il reddito dei nuclei. I rincari, infatti, non sono affatto “democratici”, non colpiscono allo stesso modo persone diverse (posto che, anche quando lo fanno, le differenze di reddito rappresentano già una discriminante fortissima riguardo l’impatto sugli individui e le famiglie). Ma stavolta è ancora peggio: sembrano accanirsi con maggior forza proprio sulle famiglie più povere. Per queste persone, già cronicamente a corto di risorse per arrivare a fine mese, il tasso di inflazione a dicembre 2022 ha raggiunto secondo Bankitalia il 17,9%, contro il 9,9% dei nuclei con reddito più alto. Una diseguaglianza che allarga la forbice tra cittadini ricchi e cittadini meno abbienti, e influisce sulla ricchezza delle famiglie.

Insomma: l’inflazione costringe gli italiani, specialmente quelli che già non se la passavano alla grande, al caro-vita praticamente su tutto. Dall’aumento dei prezzi sui generi alimentari a quelli sulle vacanze non ci si sbaglia: c’è sempre il segno più. Per far fronte all’inflazione alle stelle e sostenere i consumi, siamo quindi costretti a intaccare i nostri risparmi. Una situazione di emergenza che prosegue anche nel 2023: gli ultimi dati Istat ci dicono infatti che per i beni primari come alimentari e carrello della spesa la crescita dei prezzi è ancora molto sostenuta (rispettivamente +11,9% e +11,3% a maggio).

Servono – alla svelta – misure urgenti per calmierare i listini al dettaglio, per aiutare le famiglie più deboli, e il Governo deve inserire l’emergenza prezzi come priorità della sua agenda. Da troppo tempo nessuno muove un dito, mentre fuori la gente soffre. Ma lo faranno, questi signori? Chissà: la questione, in fondo, è tutta qui.

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