Ma insomma, alla fine salterà fuori qualche responsabilità per la gestione dell’epidemia?
Il rischio, come al solito, è che con l’emergenza in corso tutto passi in secondo piano: che il tributo coraggioso di medici e infermieri venga utilizzato per omettere le precise di responsabilità di chi avrebbe dovuto aiutarli.
Noi però non ci siamo mai nascosti, e anche stavolta abbiamo deciso di non tacere: la nostra tesi è che ritardi, errori e informazioni contraddittorie rese dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in merito all’emergenza CoronaVirus possano realizzare l’ipotesi di concorso in epidemia colposa.
Questa è la ragione precisa per cui abbiamo presentato una denuncia contro l’Oms alla Procura di Milano.
Citando dall’esposto:
“Chi aveva il compito e l’obbligo di fornire informazioni accurate, tempestive ed indipendenti per dare importanti raccomandazioni e prendere decisioni sulla salute pubblica, ovvero l’Oms, nella persona del direttore dell’agenzia Tedros Adhanom Ghebreyesus, potrebbe avere avuto invece possibili responsabilità contribuendo alla diffusione dell’epidemia all’origine, impedendo di salvare migliaia di vite e creando danni economici in tutto il mondo. Ritardi nella comunicazione del pericolo, suggerimenti sbagliati circa le norme di comportamento da adottare, indicazioni contraddittorie, ripensamenti e repentini cambi di direzione, con le autorità sanitarie italiane che si sono affidate totalmente ai dettami dell’Oms e, in qualche modo, potrebbero avere pagato le conseguenze di questo modus operandi, laddove l’Oms avrebbe sottovalutato l’emergenza coronavirus e poi dato le linee GUIDA errate“.
Ma chi, in concreto, potrebbe essere chiamato a rispondere per epidemia colposa, epidemia dolosa e concorso in epidemia dolosa, con possibile configurarsi del dolo eventuale? Semplice: i vertici. Primo fra tutti il direttore dell’agenzia, Tedros Adhanom Ghebreyesus, un ex-ministro della sanità e degli esteri etiope nominato su indicazione della Cina da 50 paesi africani totalmente allineati a Pechino.
“L’aver sottovalutato l’emergenza e fornito suggerimenti sbagliati circa le norme di comportamento da adottare non consentendo alla collettività di prendere decisioni tempestive sulla salute pubblica, sono conseguenze delle omissioni che, seppur non volute, sono sicuramente accettate in quanto il mancato assolvimento delle proprie funzioni ha avuto le conseguenze ben conosciute verificando l’applicabilità dell’art. 10 del c.p. e quindi l’operatività della legge penale italiana nonché tutte le ipotesi che verranno ravvisate dalla S.V a carico di tutti coloro che soggetti istituzionali e/o pubblici e/o privati verranno individuati come responsabili chiedendo l’esercizio dell’azione penale“.
Lo facciamo perchè va fatto, perchè questo è il dovere statutario della nostra Associazione, e per rispetto delle tante – troppe – vittime innocenti di questa guerra.