Come mai i carburanti si impennano sempre durante le vacanze?


Alla fine la montagna ha partorito il classico topolino: a quanto pare neanche il Garante per la sorveglianza dei prezzi, Benedetto Mineo, convocato in audizione alla Camera per chiarire quanto accaduto ai listini dei carburanti nel corso dell’estate, ha rilevato anomalie di sorta sull’andamento dei prezzi di benzina e diesel nel nostro Paese. Incredibilmente, infatti, per il Garante – una figura con pochi poteri, d’accordo, ma tra le poche incaricate di supervisionare i listini in tutta Italia – va tutto bene sul fronte dei prezzi alla pompa.

E tuttavia la sua relazione non chiarisce un mistero tutto italiano: perché i listini di benzina e gasolio si impennano puntualmente in occasione di ogni esodo degli italiani, indipendentemente dall’andamento del petrolio (toccando come avvenuto pochi giorni fa punte di 2,8 euro in autostrada, ossia dove i cittadini in viaggio hanno più necessità di effettuare rifornimenti)? Chissà. Altro che domanda e offerta – qui i conti non tornano! – ma di fronte a questo arcano sembra impossibile ottenere qualsiasi risposta, come fosse un enigma irrisolvibile: a quanto pare, siamo destinati a passare a miglior vita con il dubbio che gli aumenti della benzina siano ormai una sorta di tassa occulta e che, appunto, a volte i prezzi non c’entrino un’acca con le quotazioni internazionali del petrolio. 

Mister Prezzi poi, nel suo confronto con gli altri paesi Ue, ha scoperto l’acqua calda: ossia che al netto delle tasse il prezzo industriale dei carburanti in Italia è più basso rispetto a Francia, Spagna e Germania. Una cosa che in realtà non fa esattamente piacere ai cittadini, anzi tutto il contrario: significa infatti che a guadagnarci sopra è lo Stato, che impone una tassazione elevatissima ad automobilisti e motociclisti.

Esattamente ciò che ripetiamo da più di 10 anni, chiedendo di ridurre il peso eccessivo delle tasse su benzina e gasolio: le famose accise che, utilizzando gli automobilisti come bancomat, garantiscono allo Stato miliardi di euro annui di entrate. Non stiamo dicendo niente di nuovo: sono le stesse cose che ripetevano, in realtà, diversi esponenti del Govern. Per anni hanno annunciato e garantito in tutti i modi – ricordate? – un immediato taglio delle accise: altra aria fritta per i cittadini, come al solito raggirati dalle solite promesse da marinai dei politici italiani.

Insomma, nessuna risposta sulle questioni importanti e che stanno a cuore ai cittadini – tanto per cambiare. C’è bisogno di discontinuità anche in questo ambito. Per questo, crediamo sarebbe meglio che la funzione di Garante dei prezzi venisse svolta in Italia a turno dalle associazioni dei consumatori del Cncu, figure indipendenti dal Governo e dalla politica che da anni affrontano tematiche come quella del caro-benzina e conoscono in modo approfondito le criticità che assillano gli utenti. Altrimenti, relazioni al Parlamento o meno, inutile aspettarsi prese di posizione nette o battaglie per i cittadini: ma quanto ci vorrà, stavolta, per appovare un provvedimento del genere, fatto di assoluto buon senso?

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