Adesso cala il gas ma sale la luce: e noi paghiamo!


Ma insomma, a che gioco giochiamo?

Proviamo, per una volta, a sommare due notizie. La prima: l’aumento delle tariffe elettriche. Un aumento – confermato dall’aggiornamento trimestrale delle bollette – che arriva nel momento peggiore per gli italiani. Proprio in questi mesi estivi, infatti, crescono i consumi di energia delle famiglie – costrette nei mesi estivi a fare un uso intenso di condizionatori e ventilatori.

La seconda: la discesa del prezzo del gas. Un fatto che rappresenterebbe senza dubbio un fatto positivo, se non fosse per un piccolo particolare: nelle tasche dei consumatori la riduzione delle tariffe avrà un effetto minimo. L’80% dei consumi di gas degli italiani è infatti concentrato nei mesi invernali: circostanza che, evidentemente, riduce al minimo gli effetti positivi del calo sulla spesa delle famiglie in piena estate.

Riassumendo: sale l’elettricità e cala il gas, proprio quando del secondo se ne usa poco o nulla, ma della prima ne serve tanta, più del solito. Un classico: i sostenitori dello status quo dicono che è giusto così, che è la legge della domanda e dell’offerta a comandare e che non bisogna azzardarsi a protestare. Per loro, questo new normal va benissimo, e anche se si paga di più pazienza. Sarà: ma il dubbio che l’unico a rimetterci, in questo gioco che ormai si ripete a ogni cambio di stagione, sia il cittadino che paga – e che non può più contare su una relativa stabilità dei prezzi energetici, variabili e inaffidabili come non mai – resta forte. Anzi, fortissimo.

Allargando lo sguardo, per di più, si scorgono ulteriori problemi. Se per l’energia elettrica, anche se l’aumento è modesto, il tema principale riguarda l’impatto sulle tasche dei consumatori in piena stagione torrida, dopo anni di rincari e prezzi alle stelle, per il gas la questione riguarda i prezzi del gas che saranno applicati agli utenti dopo l’estate. Con la ripresa della domanda nel periodo autunnale e la corsa agli accaparramenti di energia, si rischia una nuova impennata delle tariffe che vanificherebbe del tutto la discesa delle bollette dell’ultimo periodo e porterebbe a forti rincari proprio quando i consumi di gas sono più elevati, con effetti devastanti sulle tasche degli italiani.

Ma le brutte notizie potrebbero non essere terminate. Il 30 giugno è scaduto il blocco alle modifiche unilaterali dei contratti di energia elettrica e gas, ossia la norma introdotta dal Dl aiuti Bis che vietava alle società fornitrici di luce e gas sul mercato libero di modificare le condizioni contrattuali concordate con i clienti, a meno che l’offerta sottoscritta inizialmente non fosse scaduta. Un cambiamento che potrebbe comportare ripercussioni economiche negative per tutti coloro che hanno contratti attivi sul mercato libero dell’energia.

Insomma, nessuna buona nuova all’orizzonte. Anzi, forse sì: qualcuno si è accorto che qualcosa non va, e che si scopre un evidente paradosso guardando al differente andamento tra prezzi import di energia e costi di elettricità e gas per famiglie e imprese. Era ora: serve una presa di coscienza di fronte a un fenomeno che, non da ora, colpisce le imprese e le famiglie italiane – penalizzandole rispetto a quelle europee).

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