Sono rimasto molto colpito dalla larga condivisione riservata a uno degli ultimi articoli su questo blog, e in particolare alla richiesta di chiudere il Grande Fratello VIP (e gli altri reality) che ho avanzato nei giorni scorsi. Colpito, dicevo, e la ragione è semplice: mi aspettavo di interpretare il pensiero di moltissimi spettatori – con cui dialogo ogni giorno – ma non credevo che così tanti utenti condividessero le mie opinioni, specialmente considerando che parliamo di alcuni dei programmi più seguiti degli ultimi anni. E invece un plebiscio spontaneo, esteso, condiviso, ha confermato l’ipotesi iniziale.
Udite udite: gli italiani non ne possono più dei reality show, e la prova è (anche) negli ascolti, ormai bloccati su percentuali che non regalano più le grandi soddisfazioni di un tempo. Certo, i reality vantano uno zoccolo duro di appassionati che non si perdono una puntata, ma il grosso del pubblico è sempre stato formato da quella parte variabile che li usano come paracadute, alla “lo vedo se non c’è niente di meglio”. E ora, questa parte variabile preferisce vedere altro. Per farla breve:
Le ultime stagioni dei vari reality show si sono chiuse con un po’ di amaro in bocca, con la sensazione di incompiuto, come di fronte a un film senza una trama, con tante comparse e qualche breve apparizione del protagonista.
Già: ormai i reality sono spenti, senza idee, popolate da vippetti o aspiranti tali di cui nessuno sa nulla; gente costretta a parlarsi addosso per settimane, incapace di creare dinamiche appassionanti per il pubblico. Come ha detto una volta Ettore Scola: «Siamo circondati da macerie culturali e i reality lasciano delle macerie». Vedere giovani trascorrere giorni sul divano, tra silenzi e argomenti inesistenti, è infatti un’agonia: e mi sorprende che, tra i funzionari (lautamente pagati) delle varie emittenti, nessuno o quasi se ne sia accorto.
Ormai, è chiaro, bisogna farsene una ragione (anche nei palazzi del potere televisivo): si tratta di programmi vecchi, lunghi, logori, che sono ormai troppi e troppo uguali tra loro. Riassumendo per i duri di comprendonio: i reality hanno fatto il loro tempo, non c’è più modo di propinarli con una “nuova” formula. Rappresentano meccanismi obsoleti, una volta per sempre fuori moda: il fisiologico cambiamento dei gusti del pubblico sta lì a dimostrarlo. E il fatto che costino poco non basta più a giustificarne l’esistenza.
Come mai sta accadendo questa mutazione, dopo anni di dominio incontrastato? La questione non si può, infatti, ridurre a qualcosa di specifico. Non riguarda, per capirci, né le parolacce né il bullismo: la questione è proprio la decadenza televisiva, il nulla assoluto su cui si basa lo show. Il fatto è questo, e gli italiani l’hanno capito: il re ormai è nudo. I reality sono programmi di infima qualità e rappresentano una vergogna nazionale; chi li concepisce ha una pessima concezione del pubblico che li segue. In una parola, crede che gli italiani siano capre: e mentre l’Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) dovrebbe intervenire, ma non lo fa, gli italiani intendono (devono) dimostrare ai funzionari Rai, Mediaset e simili che si sbagliano di grosso.
A breve ci sarà L’Isola dei Famosi: dal punto di vista della qualità, passiamo dalla padella alla brace. Ma anche se i reality si susseguono sui nostri canali apparentemente senza sosta, la novità è che ormai si parla a piena voce di un mondo (televisivo) senza programmi-spazzatura. Qualcuno se lo chiede esplicitamente: ci troviamo davanti alla fine dell’era dei reality show? Io spero, davvero, di sì: sarebbe la rivincita della normalità sulla popolarità, la vittoria del vero sul finto-reale. La cancellazione di questi prodotti dai palinsesti, infatti, rappresenterebbe un segnale positivo, un gesto di attenzione nei confronti del pubblico.
C’è tutto un mondo che aspetta d’essere raccontato. Liberando i palinsesti dai troppi reality, potrebbe tornare di moda una televisione di qualità.
Gli italiani, mai come in questo momento, non chiedono altro!