Tutti contro gli eco-attivisti, ma dell’ambiente chissenefrega


Non bastavano giornalisti, opinionisti, intellettuali veri o presunti: ora anche il sindaco-sceriffo si è unito al coro che domina da settimane nel dibattito italiano, e che con una sola voce sembra dire compatto: “Dagli all’eco-attivista”. Su reti pubbliche e private, TG di questa o quella rete, questo o quell’editore, le opinioni – da destra a sinistra – convergono infatti inevitabilmente, nella direzione di una condanna severa: tutti, ma proprio tutti, a ripetere quanto queste iniziative siano sbagliate, gravi, irrispettose, imperdonabili. Le vernici imbrattano in eterno, i contribuenti pagano una fortuna per ripulirle, si tratta di attentato alle istituzioni, addirittura forse eversione: il coro delle opinioni che contano gira intorno a questi punti principali, ma poi ognuno ci mette del suo per arricchire e appesantire la giostra delle accuse.

Tutti a dare contro agli ambientalisti – rappresentati come gente fuori dal mondo, assurda o nevrotica, gente con cui figurarsi scambiare due parole, neanche un caffè – per trasmissioni intere; trasmissioni che infatti scorrono lente e monotone, piatte e ripetitive, prive come sono di voci contrarie o dissonanti – le uniche in grado di destare dal sonno il povero spettatore. Tutti d’accordo, come in un plebiscito napoleonico: questo è lo scenario del nostro pubblico dibattito. Nessuno che si interroghi intorno al fatto che episodi del genere avvengano  in un mondo che brucia. Già, perchè la questione – in realtà – è proprio questa qui, come spiegato anche dal protagonista dell’ultimo episodio: il mondo sta bruciando, e questo grido va ascoltato. Dovremmo farlo soprattutto in Italia, dove – solo nel 2022 – sono aumentati del 55% gli eventi meteo-idrogeologici rispetto all’anno precedente: in dettaglio, abbiamo registrato 104 casi di allagamenti e alluvioni da piogge intense, 81 casi di danni da trombe d’aria e raffiche di vento, 29 da grandinate, 28 da siccità prolungata, 18 da mareggiate, 14 eventi con l’interessamento di infrastrutture, 13 esondazioni fluviali, 11 casi di frane causate da piogge intense, 8 casi di temperature estreme in città e 4 eventi con impatti sul patrimonio storico. In soldoni: un disastro; siamo sulla buona strada per una crisi del clima irreversibile.

Eppure, mentre fuori il clima infuria e quasi impazzisce, dentro – ossia tra le istituzioni e i decisori – tutto tace. Il nostro governo, da questo punto di vista, detta la linea (e non da oggi): nei Palazzi del potere di Roma vengono costantemente ignorate tutte le nefaste conseguenze del cambiamento climatico a partire dalla crisi idrica, o dell’inquinamento ambientale – come per esempio quello determinato da un uso indiscriminato della plastica. Si difende, per dirla con qualcuno, un interesse da parrocchia, senza prospettiva e visione futura.

Figurarsi se i giornali e i media, ben contenti – come sempre – di ossequiare il potere, potevano dire qualcosa di diverso dal solito. Impegnati come sono nel compito di dare del “criminale” e del “vandalo” al povero eco-attivista – che, ignorato da mattina a sera, ha per una volta deciso di prendere in mano la situazione – non vogliono proprio sentire ragioni e non tollerano opinioni contrarie. Peccato. Mi sarebbe davvero piaciuto ricordare ai signori che governano il nostro Paese e la nostra informazione che, neanche troppo tempo fa, le istanze di trasformazione della realtà venivano portate avanti con ben altri metodi: e nessuno, nel bel mezzo del ’68, si sarebbe lanciato in un’opera intellettualmente tanto disonesta nei confronti dei manifestanti, come quella che viene svolta ora. Chissà se lo ricordano, ancora, i parlamentari che si rifanno alla sinistra.

Le vernici si lavano, i luoghi colpiti si rinnovano, le cose gravi sono ben altre e quello che conta davvero è il messaggio, urgentissimo e non più declinabile altrimenti. E sì che abbiamo anche ricevuto l’ultimo avvertimento: se vogliamo salvare il Pianeta dalle conseguenze peggiori dell’emergenza climatica dobbiamo agire subito e agire con decisione. Tagliando le emissioni di gas serra ed eliminando i combustibili fossili. «È vitale, urgente e possibile», come si legge nel sesto rapporto dell’Ipcc, il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite.

Vitale, urgente, possibile: qualcuno ve l’ha detto, tra quelli che da giorni trattano chi difende l’ambiente come si fa con gli estremisti talebani?

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