Aria pericolosa

Cari amici,

ci risiamo. Non abbiamo fatto neanche in tempo a cantare vittoria per la fine dell’emergenza smog che le polveri sottili sono tornate ad infestare l’aria che respiriamo. Esaurita l’ondata di maltempo che ha colpito l’Italia nell’ultimo mese, il traffico e le varie attività economiche sono tornate alla normalità causando il superamento dei valori consentiti di Pm10.

La situazione va avanti ormai da 10 giorni ed è destinata purtroppo a peggiorare.

Le previsioni del tempo per i prossimi giorni, infatti, non promettono nulla di buono: almeno fino alla prima settimana di febbraio, un’ondata di caldo stazionerà sulla nostra Penisola, garantendoci un clima mite, asciutto e senza vento.

Proprio quello che ci vuole per avvelenare ancora di più l’aria che respiriamo!

Le centraline hanno registrato il superamento dei valori consentiti in quasi tutta Italia: a Prato, Mantova, Brescia, Varese, Pordenone, Modena, Monza, Sondrio, Lucca, Lodi, Foligno, Bergamo, Como, Verona, Genova, Pavia, Bologna, Pescara.

Le grandi città sono quelle messe in condizioni peggiori: martedì a Roma quattro centraline hanno sforato i limiti di legge, cioè 50 microgrammi per metro cubo, con Tiburtina a quota 67 mg/mc seguita da Cinecittà a 58. A Milano valori di 68 mg/mc in via Senato e 65 a Città Studi, ma erano stati quasi doppi il giorno prima.

Il primato spetta però a Napoli, la centralina al Museo segnava 134 microgrammi per metro cubo di aria, quasi il triplo della soglia limite!

Inutile sottolienare tutti i danni che l’aria avvelenata provoca alla nostra salute, come gravi malattie respiratorie o, nel peggiore dei casi, tumori.

Ora che politici e amministrazioni locali non potranno più contare sull’aiuto di vento e pioggia dovranno darsi da fare per adottare le misure strutturali adeguate a risolvere la nuova emergenza. E pensare che forse – non essendo un esperto in materia il forse è d’obbligo – sarebbe bastato dare retta alle misure di emergenza decise, tra l’altro col benestare dei sindaci, a fine anno dal ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. Non si trattava di obblighi, ma di semplici raccomandazioni che avrebbero potuto scongiurare l’ennesimo disastro: a parte le limitazioni al traffico, nessun sindaco ha ridotto il riscaldamento di due gradi, imposto i 30 km/h per le auto o vietato di bruciare legna e pellet.

I “consigli” di Galletti sono caduti nel vuoto e ora siamo punto e a capo!

I rischi per la nostra salute sono destinati ad aumentare e il governo non sa dove mettere le mani!

Ieri il ministro Delrio in commissione Ambiente ha illustrato la sua strategia per diminuire lo smog: ridurre il numero delle auto in circolazione, incentivando i cittadini ad utilizzare i mezzi pubblici e la bicicletta.

Permettetemi di dirlo, ma sembra proprio che Delrio abbia scoperto l’acqua calda!

Il problema più grande è che per attuare un piano d’azione del genere servono soldi, tanti, che l’Italia non ha o fa finta di non avere, e una vera e propria rivoluzione delle città.

Quale politico si prenderà la responsabilità di attivare misure impopolari, come la chiusura dei centri storici al traffico?

Prendete una metropoli come Roma: sorvolando sul capitolo mezzi pubblici e Atac – su cui ci sarebbe molto da dire – l’uso della biciletta è davvero impossibile per la totale inesistenza di una pista ciclabile che riesca a permettere la circolazione non dico in tutta la città ma almeno nelle zone centrali! Se i cittadini non possono fare affidamento su tram e metro, non possono utilizzare la biciletta – ne va della propria incolumità – l’unica alternativa che resta è proprio la macchina.

Insomma, è il solito cane che si morde la coda!

E intanto, nell’attesa che i sogni di Delrio si avverino, che fare?

A quanto pare, un bel niente!

Un saluto,

Carlo

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