Ancora azzardo!

Cari amici,

di questo passo la lotta all’azzardo non la vinceremo mai!

Perchè dico questo? Perchè sono anni, ormai, che va avanti una assurda tiritera tra Regioni e Comuni che cercano di mettere un freno alla diffusione del gioco d’azzardo e lo Stato che, invece, fa venti passi indietro e della questione se ne frega!

Vi faccio un esempio: a dicembre a Bolzano il Tar conferma la legittimità dell’ordinanza emessa dal Comune per vietare che le slot machine siano installate a meno di 300 metri da luoghi sensibili come scuole, chiese, biblioteche e musei.

Beh neanche due mesi dopo il Consiglio di Stato a Bologna ha vanificato il tutto: per i giudici non è possibile stabilire una distanza minima delle slot machine.

Solo negli ultimi due mesi questo tran tran si è ripetuto svariate volte, i giudici hanno emesso ben 12 sentenze, una ogni 5 giorni!

Com’è possibile tutto questo?

Quando il fenomeno del gioco d’azzardo ha iniziato a diffondersi e le slot machine sono sbucate un po’ ovunque lo Stato ha cercato di varare le prime leggi. Proprio quello Stato che, tra licenze e tasse, incassa cifre spropositate, quasi 8 miliardi di euro solo nel 2015. E allora perchè rinunciare a questa miniera d’oro?

Lo Stato ha fatto finta di preoccuparsi della ludopatia, assumendo provvedimenti che da un lato dessero l’impressione di un impegno in tal senso e dall’altro incentivassero la diffusione del gioco d’azzardo.

E così è stato. Pensate che ci sono province, come L’Aquila, dove c’è una slot machine ogni 83 abitanti!

Ma non è finita qui. Nel 2012 il piano Balduzzi aveva previsto distanze minime dalle scuole, dagli ospedali e dalle chiese, ma i decreti attuativi non sono mai arrivati. E la stessa storia si è ripetuta nel 2014, anno in cui il governo ha lasciato decadere la legge delega che lo incaricava di riordinare il settore.

Tutto questo sfocia nella giungla delle norme-fai-da-te che superano il Tar, ma vengono puntualmente bocciate dai giudici. Proprio come è successo a Bologna. Il Consiglio di Stato ha addirittura definito “irragionevole” il divieto del gioco d’azzardo entro mille metri dai luoghi sensibili perché “non ci sono studi che dimostrino che la distanza di un chilometro sia adeguata a combattere la ludopatia”. Beh, cari giudici, avete bisogno di studi per prendere una decisione di buon senso?

Ma la verità è una sola: il governo non ha nessun interesse a combattere il gioco d’azzardo; con una mano incassa miliardi e con l’altra spende davvero poco per curare i malati. E così lo Stato biscazziere continua a vincere, fregandosene di quei 12mila ludopatici in cura. L’importante è incassare, no?

A presto,

Carlo

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