Cari amici,
vorrei sfatassimo uno dei luoghi comuni più dannosi perché in gioco è la nostra stessa vita: le cinture posteriori in auto sono obbligatorie! Non basta soffermarsi sulla loro sicurezza o raccomandarne l’utilizzo, come molti credono.
D’altronde i sondaggi parlano chiaro: nel nostro Paese un quinto degli automobilisti rinuncia a utilizzare regolarmente il dispositivo, soprattutto in città. E la situazione peggiora sui sedili posteriori, dove la percentuale supera il 50%.
L’articolo 172 del Codice della Strada parla chiaro: “il conducente e i passeggeri dei veicoli muniti di cintura di sicurezza hanno l’obbligo di utilizzarle in qualsiasi situazione di marcia”.
Una norma che vale per una serie di veicoli: per conducenti e passeggeri di autovetture, autoveicoli destinati al trasporto di cose, autobus e anche quadricicli leggeri dotati di carrozzeria chiusa (ad esempio le minicar), a bordo di taxi e di vetture adibite a noleggio con conducente.
A rigor di logica, se sono obblogatorie le cinture anteriori, perché non dovrebbero esserlo anche quelle posteriori? Esistono per caso passeggeri di serie A e passeggeri di serie B?
Niente da fare, gli italiani non vogliono che saperne di cinture allacciate quando occupano i sedili posteriori – non caso, l’infrazione più gettonata – già è tanto se utilizzano quelle anteriori!
Eppure, gli inquietanti dati Aci Istat del 2014 spingerebbero a rispettare le regole: in area urbana si registra oltre il 75% degli incidenti che causa il 44,5% dei morti e il 71,8%. dei feriti. Parliamo di 1.505 vittime e 180mila feriti sulle strade delle nostre città nel solo 2014, e non di qualche caso sporadico!
Oltre ad essere una questione di buon senso – ne va della nostra stessa vita e di quella degli altri, ricordiamolo! – una simile infrazione non fa bene neanche alle tasche.
Le multe in caso di cinture slacciate e senza sistemi di ritenuta per bambini va da 80 a 323 euro, alle quali si aggiunge la detrazione di 5 punti dalla patente. Avviene, invece, la sospensione della patente da quindici giorni a due mesi se il conducente trasgredisce alle regole sopra menzionate per almeno due volte in due anni.
Ovviamente del mancato uso delle cinture da parte del minore – non solo i bambini, quindi – ne risponde il conducente.
Addentrandoci poi in un ambito più specifico, la sicurezza dei più piccoli, i bambini di statura non superiore a 1,50 m, quando viaggiano negli autoveicoli per il trasporto di persone in servizio pubblico di piazza o negli autoveicoli adibiti al noleggio con conducente, possono non essere assicurati al sedile con un sistema di ritenuta per bambini, a condizione però che non stiano seduti davanti e siano accompagnati da almeno un passeggero di età non inferiore ad anni sedici.
Altra raccomandazione: i bambini non possono essere trasportati utilizzando un seggiolino di sicurezza rivolto all’indietro su un sedile passeggeri protetto da airbag frontale, a meno che l’airbag non venga disattivato.
Come in buona parte del sistema normativo, esistono le eccezioni. Sono esenti dall’obbligo delle cinture di sicurezza e dei sistemi di ritenuta per bambini, le forze di polizia, la polizia municipale e provinciale, le forze armate, gli addetti ai servizi antincendio e sanitari in caso di intervento di emergenza, gli istruttori di guida, gli addetti ai servizi di vigilanza privati che effettuano scorte, i conducenti dei veicoli per la raccolta e il trasporto dei rifiuti in servizio nei centri abitati.
Presentando l’adeguata certificazione medica, rientrano nell’esenzione anche le persone affette da patologie particolari, o che abbiano condizioni fisiche che costituiscono controindicazioni specifica all’uso delle cinture, le donne in stato di gravidanza in condizioni di rischio particolari conseguenti all’uso delle cinture.
A meno che non apparteniate alle ultime categorie citate, direi che è il caso di allacciare le cinture! O vogliamo ingenuamente e incautamente continuare a credere che non servano?
A presto,
CR