Cari amici,
tra pochi giorni riaprono le aule scolastiche per dar il benvenuto a vecchi e nuovi studenti. All’inizio del nuovo anno scolastico, le discussioni più in auge sono l’aumento o la diminuzione degli iscritti, l’assunzone di nuovi insegnanti, le aspettative di un buon rendimento per i ragazzi. Io, invece, mi interrogo sull’andamento delle strutture scolastiche, spesso fatiscenti e abbandonate all’incuria.
Il drammatico caso della scuola di Amatrice, crollata a causa del terremoto dello scorso 24 agosto, ha riaperto la discussione sull’effettiva sicurezza degli edifici scolastici.
A chi si preoccupa dell’incolumità degli studenti di tutta Italia solo dopo l’ennesimo prevedibilissimo incidente certo non si aggiudica il premio per tempismo e lungimiranza!
Ma come accade ogni volta, al compianto seguono i sondaggi e le ricerche per accertarsi che le nostre scuole godano di buona salute. Ricerche che puntualmente, come sa chiunque abbia occhi per vedere, dimostrano il contrario. Nel rapporto Ecosistema Scuola – per restare in argomento sismico – Legambiente afferma che di 6.310 scuole censite, pari a un settimo del totale degli istituti presenti sul territorio nazionale, il 65% è stato costruito prima del 1974, anno di entrata in vigore della normativa antisismica. Appena l’8,7% degli edifici presi in considerazione, il dato è aggiornato al 2014, è stato costruito secondo criteri antisismici, mentre solo per un immobile su quattro è stata eseguita la verifica di vulnerabilità sismica.
E la vulnerabilità che non è l’unico problema. A San Giuliano milanese da poco si è completata la ristrutturazione del tetto del liceo ‘Primo Levi’, un complesso che ospita 4oo studenti. bello, bravi, bis. Peccato che non sia questa la sorte toccata ad altri istituti di Padova, Gorizia, Livorno, Siracusa, La Spezia, Viareggio, Lipari, Gioia Tauro e Guidonia, dove crolli di solai, tetti, controsoffitti, distacchi di intonaco, caduta di cancelli, ventilatori si verificano quotidianamente.
Il Governo avrà pure fatto un piccolo passo, stanziando 40 milioni di euro per i primi interventi per soffitti e solai, ma sono una piccola goccia nel mare, appena sufficienti a finanziare 7 mila opere, quando gli enti locali hanno chiesto 14 mila interventi. La coperta, come al solito, è corta: anche per i nostri figli. Identico discorso per i 505 milioni che Renzi ha deciso di riservare alla piccola manutenzione. Il punto è che non ha senso impuntarsi sui dettagli, se prima non si risolvono i grandi problemi!
Speranzoso il sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone ha dichiarato che entro il 2017 il Ministero investirà ancora un miliardo e 700 milioni in edilizia scolastica. Fondi che si aggiungono alla cifra totale di oltre 7 miliardi promessi per garantire scuole sicure, decorose e funzionali.
Ma i numeri, si sa, possono snocciolarli a piacimento. I fatti, invece, parlano. Tanto che – per placare un po’ gli animi dei più apprensivi – il Miur ha pubblicato l’Anagrafe dell’edilizia scolastica, dove si trovano i dati anagrafici, l’origine, l’età e la conservazione di ogni edificio. Possiamo quindi tirare un sospiro di sollievo, visto che almeno sappiamo dove mandiamo i nostri figli? Niente affatto, perché il portale risulta ancora non aggiornato ed incompleto. Se questa era la mossa per rassicurarci, c’è poco da stare tranquilli.
A presto,
CR