TERREMOTO CENTRO ITALIA: CHE VENGA FATTA GIUSTIZIA!


Cari amici,

è passato poco tempo dal terremoto che ha colpito il Centro Italia. Mi chiedo se una volta rimosse le macerie, verranno fuori nomi e cognomi dei responsabili, di coloro che non sono riusciti a evitare conseguenze così catastrofiche di fronte a una prevedibilissima calamità naturale.
Mentre la Procura di Rieti, di Ascoli Piceno e l’Anticorruzione portano avanti le loro indagini, io penso a indagini che non hanno portato ai risultati sperati, quelle relative al terremoto dell’Aquila.
Nel 2009 la magistratura dimostrò particolare zelo nel mettersi subito in moto per scovare e punire i colpevoli. Vennero aperti 200 fascicoli di indagine, ma la scarsità di prove ha drasticamente ridotto gli elementi da portare al processo. Per non parlare poi delle condanne, 9 in tutto: quattro per il crollo della Casa dello studente, che causò la morte di otto ragazzi, due per il Convitto nazionale, in cui persero la vita tre minorenni, altrettante per il collasso della facoltà di Ingegneria. A questi si aggiunge l’allora ex vice capo della Protezione Civile, Bernardo de Bernardinis, che si è beccato due anni di reclusione per le rassicurazioni infondate trasmesse alla popolazione. Eppure, pochi giorni fa è tornato in azione, coordinando i soccorsi ai terremotati: la sua pena, infatti, è stata sospesa. Certo, allora “facciamoci del male”! Come se non avessimo già abbastanza guai!
Molti dei colpevoli sono riusciti a farla franca, grazie anche alla “generosità” (si fa per dire) del Governo Berlusconi, che nel 2005 decise di abbreviare i tempi della prescrizione. Così, a meno di un mese, il 6 ottobre, con un semplice colpo di spugna molti processi verranno definitivamente cancellati, pur essendo rimasti in sospeso. Tra i fortunati rientra anche Guido Bertolaso, che è stato giusto accusato di omicidio colposo plurimo, a meno che eroicamente – ma ci credo poco – non rinunci alla “grazia”, come ha dichiarato pochi mesi fa.
Se la storia è maestra di vita, c’è allora ben poco da sperare per i poveri terremotati di Amatrice, Accumoli e dintorni. Non resta che affidarci alle aule di giustizia?
La questione, in alcuni casi, sarà anche controversa, ad esempio quando si tratta di case che risultano costruite con tecniche di un secolo fa, perché le norme antisismiche non erano ancora in vigore. Dobbiamo però fare attenzione, perché nel caso di ristrutturazione necessaria, ma non avvenuta o avvenuta male, il discorso cambia radicalmente! Il rischio è che anche ora arrivino in aula pochi imputati, magari abilmente difesi e tutelati; con il rischio – come è già successo – di un nulla di fatto.
Chiedo alla magistratura di non aggiungere catastrofi alla tragedia, memori di un passato in fondo vicino che si è riproposto con le stesse tragiche dinamiche.

A presto,

CR

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