A proposito del “processetto”

Cari amici,

per noi il processo Mafia Capitale è (momentaneamente) finito. Il Tribunale di Roma ha dato una bella sforbiciata, tagliando fuori i due terzi delle domande di costituzione di parte civile, compresa quella del Codacons. Quello che, più volte, il legale di Carminati aveva definito un “processetto” (una cosuccia da nulla, che vedeva coinvolti “solo” 46 imputati – un’intera classe dirigente – per reati  assolutamente insignificanti, come l’estorsione, l’usura, il riciclaggio), proseguirà, a quanto pare, senza i cittadini.

Il Tribunale ha, quindi, pensato bene di escludere non solo le associazioni rappresentative dei cittadini ma anche i cittadini stessi dal diritto di rivendicare gli enormi danni subiti dalla corruzione e dagli imbrogli organizzati da decine di squallidi faccendieri alla ricerca di soldi facili… E mi tocca anche leggere articoli sulla stampa, come quello firmato da Giovanni Bianconi per Il Corriere della Sera, che plaudono alla decisione del Tribunale di Roma senza un minimo di spirito critico, senza chiedersi come sia stato possibile emettere una decisione così ingiusta per i cittadini! Beh, provo a spiegarvelo io.

Il Tribunale, in sostanza, ha stabilito che la mafia danneggia solo quelle associazioni che “nel nome” la combattono, ossia che possono vantare nel proprio nome la dicitura “contro le mafie”, come se la lotta alla criminalità organizzata sia solo a parole e non a fatti. Come se la lotta alle mafie non passi, anche, attraverso le proposte di legge e le iniziative dei parlamentari onesti, come se non figurasse negli esposti che giornalmente depositiamo per denunciare appalti truccati e simili amenità criminali.

Non solo: mercoledì scorso in aula ho visto stracciare l’art. 111 della Costituzione, zittire i cittadini privandoli del loro diritto di parlare e rivendicare i danni subiti dalla scellerata gestione della raccolta dei rifiuti o del verde pubblico. Danni che noi tutti abbiamo pagato di tasca nostra.

Ma la ciliegina sulla torta è stata leggere nella sciagurata ordinanza che per il Tribunale di Roma il singolo cittadino deve accontentarsi di chiedere i danni solo tramite il Comune, la Regione o lo Stato, tutti ammessi come parti civili, delegando la sua richiesta di giustizia a chi, invece, la mafia l’ha cresciuta in seno, alimentata e diffusa. Come a dire che la mafia danneggia solo le istituzioni, proprio quelle istituzioni che producono la mafia…Ma le bollette gonfiate dal malaffare, dalla corruzione, dall’illegalità chi le paga? Il Comune, la Regione, lo Stato?

Come cittadino, non dubito che lo stesso Tribunale alla fine si pronuncerà legittimamente, ma dubito che – dal momento in cui i cittadini, di fronte al “Mondo di mezzo”, non ci saranno – si possa celebrare la vittoria della giustizia sul malaffare!

A presto,

Carlo

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