Nei giorni scorsi avevo fatto cenno alla questione degli immobili di lusso ma solo per il Fisco: case accatastate A1 ma in realtà prive dei requisiti delle residenze signorili, che però pagano l’IMU salatamente e si riesce con difficoltà a far declassare dal catasto.
Il caso è esploso a Torino, ma ora si sta diffondendo in tutta Italia: riguarda la richiesta dei cittadini proprietari di immobili erroneamente accatastati come case di lusso di ottenere il declassamento da parte del catasto così da ridurre le imposte annuali. Una situazione che non è affatto rara come si pensa: molti cittadini da Nord a Sud si ritrovano infatti a dover pagare un’abnorme Imposta Principale Unica (IMU), anche se proprietari di un unico immobile, poiché le loro proprietà sono erroneamente accatastate come abitazioni di lusso. Il fisco infatti colpisce duramente i proprietari di fabbricati accatastati nella categoria A1 “Residenze di Lusso”, ma appunto molte abitazioni vengono classificate come “signorili” pur non avendo i requisiti propri di questa categoria, e solo perché ubicate in zone in passato ritenute di prestigio.
Dallo Studio Rienzi, in collaborazione con Codacons, è arrivato un webinar sul tema degli immobili accatastati come “di lusso” (A1) ma in realtà privi dei requisiti per far parte della categoria. Nel corso della discussione sono stati appronditi diversi temi: in primis le caratteristiche proprie degli immobili A1, il problema dell’Imu annuale abnorme e sovradimensionata rispetto al reale valore degli immobili stessi, la dimensione del problema dell’erronea classificazione (problema emerso in diverse città) e infine l’iter per ottenere il declassamento con la conseguente riduzione/eliminazione della tassa sulla proprietà. Puoi guardare il webinar cliccando qui.
Per tutte le altre informazioni di dettaglio, rimando quindi al webinar. Con una premessa di metodo: si tenga a mente che quella intrapresa non è una battaglia in tutela dei più benestanti ma un’iniziativa doverosa, a tutela dei diritti di una categoria di cittadini che rischia di ritrovarsi ingiustamente penalizzata e danneggiata. A maggior ragione alla luce della situazione di impasse totale, con il catasto che continua a respingere puntualmente le richieste di riclassificazione degli alloggi e la giurisprudenza che da tempo ha cominciato a dar ragione ai ricorrenti, non si vedono altre soluzioni all’orizzonte: anche questi cittadini, anche questi contribuenti hanno diritto a esprimere le proprie istanze, ed è ora che lo facciano. Noi siamo abituati a non trascurare, mai, i diritti di nessuno.