Su una cosa Fedez ha ragione: a ciascuno la sua merda!


Alla fine è arrivata la sanzione Antitrust per la vicenda del pandoro Balocco, di Chiara Ferragni e della raccolta fondi per l’ospedale Regina Margherità: un “pasticcio di Natale” che per l’Autorità ha configurato una pratica commerciale scorretta.

Come recita la nota dell’Agcm:

Sanzione di oltre 1 milione alle società riconducibili a Chiara Ferragni e di 420 mila euro a Balocco per pratica commerciale scorretta: secondo l’Autorità le suddette società hanno fatto intendere ai consumatori che acquistando il pandoro “griffato” Ferragni avrebbero contribuito a una donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino. La donazione, di 50 mila euro, era stata invece già effettuata dalla sola Balocco mesi prima. Le società riconducibili a Chiara Ferragni hanno incassato dall’iniziativa oltre 1 milione di euro.

E ancora:

In sintesi, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha sanzionato le società Fenice S.r.l. e TBS Crew S.r.l., che gestiscono i marchi e i diritti relativi alla personalità e all’identità personale della signora Chiara Ferragni, rispettivamente per 400 mila euro e per 675 mila euro, e Balocco S.p.A. Industria Dolciaria per 420 mila euro. L’Autorità contesta alle tre società di aver attuato una pratica commerciale scorretta per aver pubblicizzato il “Pandoro Pink Christmas”, “griffato” Chiara Ferragni, lasciando intendere ai consumatori che, comprandolo, avrebbero contribuito a una donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino per acquistare un nuovo macchinario per le cure terapeutiche dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing. Le società Fenice e TBS Crew hanno incassato la somma di oltre 1 milione di euro a titolo di corrispettivo per la licenza dei marchi della signora Ferragni e per la realizzazione dei contenuti pubblicitari senza versare nulla all’ospedale Regina Margherita di Torino.

Le 24 pagine del provvedimento firmato dal presidente dell’Authority Roberto Rustichelli demoliscono qualsiasi linea difensiva: la pratica commerciale citata “ha limitato considerevolmente la libertà di scelta dei consumatori facendo leva sulla loro sensibilità verso iniziative benefiche, in particolare quelle in aiuto di bambini affetti da gravi malattie“. Tutti i protagonisti – sostiene l’Antitrust – sapevano che la commercializzazione del pandoro (passato da 3,68 euro a 9,37 euro) non avrebbe contribuito a cercare nuove cure per i bambini, perché la donazione di 50mila euro era già stata effettuata – dalla sola Balocco! – mesi prima che il prodotto entrasse in commercio. Piuttosto, per usare le parole di una dipendente di Balocco in una mail interna, “mi verrebbe da rispondere: le vendite servono per pagare il vostro cachet esorbitante”, ossia quello della Ferragni, quantificato nei documenti dell’inchiesta in oltre un milione di euro.

Veramente, a leggere la nota dell’Antitrust monta un disgusto senza pari. Si tratta della prova provata di una cosa che ripeto da tempo: gli influencer sono macchine da soldi, non modelli da seguire. Anzi, tutto il contrario. La vicenda della multa Antitrust dovrebbe aprire gli occhi, una volta per tutte, a chi li tiene da tempo ben chiusi: il mondo degli influencer di denari certo ne ha tanti, ma di buoni esempi e di reali moti filantropici ne mette in mostra pochi, pochissimi, quasi nessuno. Ma se tutti sono d’accordo nella condanna – finalmente! – di questi modelli che modelli non sono, colpisce l’appassionata difesa che il buon Fedez ha improvvisato sul web per salvare il salvabile e non far affondare del tutto la barca di famiglia. Lo ha fatto attaccando la Premier Meloni, colpevole di aver giustamente messo in guardia i cittadini dagli influencer, e ribadendo per tutto il tempo che lui e la moglie sono due cose diverse: ma allora, che senso ha l’intervento in difesa del(la) partner? Misteri.

Chissà, Fedez e la Ferragni forse sono come quei duetti che si scindono e si riuniscono ogni volta che fa comodo: quando serve sono individui indipendenti, quando conviene una coppia fusionale. Cambiano forma come i liquidi nei contenitori.. E poi, magari Fedez ha problemi di memoria: il rapper infatti dimentica di informare i suoi follower che già in passato le iniziative benefiche dei Ferragnez sono state coinvolte nelle sanzioni dell’Antitrust, a seguito di denuncia del Codacons. Nello specifico la piattaforma Gofundme, usata da Fedez e Chiara Ferragni per la raccolta fondi in favore dell’ospedale San Raffaele, nel 2020 ha ricevuto una maxi multa da 1,5 milioni di euro per le commissioni ingannevoli del 10% applicate a chi, in buona fede, donava i propri soldi proprio per iniziative sul coronavirus.

Nel suo intervento d’urgenza l’Autorità ha addirittura sottolineato come tali campagne abbiano realizzato uno “sfruttamento della tragica pandemia in atto per orientare i consumatori ad effettuare donazioni sulla piattaforma che, promossa come gratuita, prevede costi e commissioni preimpostate”, “nel coinvolgimento della generalità dei consumatori in ragione della ampia disponibilità e partecipazione ad effettuare donazioni per le iniziative di solidarietà e di supporto per il contenimento del Covid-19 e la cura dei malati”. Ma in quel caso Fedez e la Ferragni avevano incaricato insieme GoFundMe, un fatto che alla Meloni il brav’uomo stranamente non ha riferito..

Certo, su una cosa Fedez ha ragione e non mi sento di dargli contro: non è giusto ora, per la vicenda del pandoro dorato di Balocco, gettare merda su un innocente, cavolo! La merda pesa e va gettata solo a chi se la merita. Non ad altri: coniugi, fratelli e cugini di terzo grado. E allora brava Giorgia Meloni: ora manca solo una legge per mettere tutte le raccolte fondi sotto il controllo dell’Antitrust – così, di sicuro, eviteremo casi di ordinario squallore e, soprattutto, la merda non potrà più sbagliare faccia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *