Che nessuno parli dei problemi degli italiani!


Torniamo per un attimo indietro alla questione dell’intervento del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara contro la preside di un liceo di Firenze che aveva scritto una lettera aperta agli studenti a seguito degli scontri davanti ad un istituto fiorentino, un paio di cose da dire.

La prima: sull’accaduto abbiamo deciso di intervenire, depositando un esposto alle Commissioni Cultura di Camera e Senato. Quanto accaduto rappresenta infatti un precedente grave, con l’intervento a gamba tesa di un ministro sul diritto all’insegnamento di un docente. Crediamo sia necessario approfondire la questione per capire se l’attacco di Valditara alla preside possa rappresentare una violazione delle norme vigenti e una lesione dei principi costituzionali in tema di libertà e insegnamento, e per tale motivo ci rivolgiamo con un esposto alle Commissioni Cultura di Camera e Senato, affinché accertino i fatti ed eventualmente adottino i provvedimenti che riterranno idonei.

La seconda, e più importante: al di là delle opinioni delle due parti, è palese che in Italia non si riesca a dibattere dei veri problemi e ci si rifugi continuamente in contrapposizioni frontali che sembrano uscire dal baule dei ricordi, vecchie di un secolo come sono. Invece di discutere e confrontarsi sui fatti di oggi – carobollette, l’invio di armi a Kiev e l’inflazione galoppante – si torna ciclicamente indietro, a discutere di una contrapposizione obsoleta e superata dalla Storia, che in nulla a che fare con le questioni che interessano oggi al Paese.

Altro che fascismo e antifascismo, temi cari semmai ai nostri nonni: gli italiani non sanno come pagare le bollette, comprare il pane, arrivare alla fine del mese. Che se ne fanno cittadini al verde di infiniti parapiglia su neri, rossi, bruni e chi più ne ha, più ne metta?

Per questo, è ora di uscire da questi duelli mediatici che in realtà somigliano a comfort zone, in cui andarsi a rifugiare quando non si sa cosa dire dei problemi reali dei cittadini. L’opinione pubblica è sempre più indifferente rispetto a questi dibattiti novecenteschi: lo capiranno anche i politici, gli amministratori locali e i direttori dei nostri giornali?

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