Neanche il tempo di ripartire e puntuale ecco piombarci addosso un altro caro-carburante: i diversi marchi sono compresi tra 1,395 e 1,421 euro al litro, e in media sono tornati a toccare quota 1,400 euro al litro. Secondo i dati settimanali del ministero, la benzina in modalità self era scesa sotto la soglia di 1,4 euro a fine aprile, senza più toccarla per due mesi: adesso, a quanto pare, siamo di nuovo al punto di partenza.
Ecco spiegate le ragioni della nostra protesta: quando deve calare, la benzina non cala mai; quando c’è da salire non si registra un istante di ritardo. L’aumento dei prezzi dei carburanti, infatti, non è da attribuire all’andamento delle quotazioni petrolifere, ma risiede nell’incremento degli spostamenti degli italiani durante la Fase 3. Il petrolio registra in questi giorni quotazioni stabili attorno ai 40 dollari al barile: a crescere sensibilmente è invece l’utilizzo delle automobili da parte degli italiani, che tornano a spostarsi per il Paese per raggiungere le seconde case o recarsi al mare. Proprio la ripresa dei consumi petroliferi determina un rialzo ingiustificato dei prezzi alla pompa, che danneggia non solo gli automobilisti ma l’intera collettività, con ripercussioni negative sui prezzi dei prodotti trasportati, a partire dagli alimentari
Prepariamoci a questa nuova, immotivata stangata. Sarà che i consumi sono crollati rispetto all’anno scorso, e che adesso i “petrolieri” devono tornare agli antichi dividendi: comunque sia, a noi resta solo di pagare. E denunciare questo ennesimo salasso!