C’è chi annuncia grandi cambiamenti sul fronte del Pos e dei pagamenti elettronici in Italia, ma la verità è un’altra (ed è sempre la stessa): ancora una volta i cittadini vengono gabbati dalle decisioni di Governo e Parlamento.
Ecco i fatti. Come noto dal primo luglio sono scattate le misure del Decreto Fiscale che introducono novità sul fronte dei limiti al contante e uso del Pos. Una norma pensata per incentivare l’uso di strumenti di pagamento elettronici e contrastare l’evasione, che inizialmente prevedeva sanzioni nei confronti di esercenti e professionisti che rifiutavano i pagamenti con Pos. Tuttavia, in fase di conversione in legge, l’art. 23 del decreto legge 26 ottobre 2019, n. 124 – che prevedeva multe in caso di mancata accettazione di carte di credito e bancomat – è stato eliminato, con la conseguenza che da domani dotarsi di Pos e accettare o meno pagamenti elettronici sarà ancora a discrezione dell’esercente.
La sintesi? Eccola qua: nulla cambierà rispetto al passato, considerato che l’obbligo del Pos esiste in Italia già dal 2014. Fatta la legge, non c’è neanche bisogno di trovare l’inganno.
Ma perchè, ancora una volta, è accaduta una cosa del genere? Ma è semplicissimo: come al solito Governo e Parlamento hanno ceduto alla lobby dei commercianti, che ha fatto pressioni per eliminare le sanzioni a carico degli esercenti.
Insomma, capito? Sul fronte Pos non cambia nulla, i negozianti potranno continuare a rifiutarlo e i consumatori non potranno né protestare né denunciare. Dovranno accontentarsi d’incolpare uno Stato che, invece di un obbligo, ha pensato bene di non prevedere alcuna sanzione per i trasgressori.