Rincari ovunque: ora anche la Pasqua è un lusso!


Anche la Pasqua, ormai, è diventata un lusso. Eh già, perchè ormai – in questa sfortunata Italia – quasi tutto lo è: per vivere in serenità esperienze un tempo normalissime, ed economiche, bisogna sfoderare il portafogli e augurarsi che sia bello rifornito. Altrimenti sono guai: fare qualcosa di piacevole senza spendere un patrimonio, ormai, pare un’impresa.

Basta analizzare i dati e le notizie in arrivo per rendersi conto che la Pasqua 2023 arriva all’insegna dei rincari. Partiamo dai viaggi: proprio il forte aumento dei prezzi nel settore turistico spinge quest’anno 2,5 milioni di italiani a rinunciare a qualsiasi partenza e rimanere a casa; chi invece decide (o meglio: è in grado, dal punto di vista economico) di regalarsi un viaggio durante le feste opta per l’Italia e riduce i giorni di villeggiatura, ma finirà per spendere comunque di più rispetto allo scorso anno. E la ragione è evidente: gli ultimi dati ci dicono infatti che i prezzi dei biglietti aerei per i voli nazionali sono aumentati del 71,5% rispetto al 2022, quelli internazionali segnano del 59%. I pacchetti vacanza costano il 14,7% in più, mentre dormire in albergo è più caro del 13,3%, +7% i villaggi vacanza. Cenare fuori costa mediamente il 7,3% in più. Insomma: il salasso è garantito.

Chi sceglie di muoversi in auto, a sua volta, è bene che si prepari a pagare: in concomitanza con le partenze degli italiani per le vacanze di Pasqua sono (ovviamente!) tornati a salire i prezzi dei carburanti alla pompa, con la benzina che – in modalità servito – supera nuovamente la soglia psicologica dei 2 euro al litro. In questo modo si crea un altro fonte di spesa (aggiuntiva): si delinea una stangata, euro più euro meno, pari a complessivi 120 milioni rispetto alla spesa sostenuta per le festività pasquali del 2022.

Ma anche chi rimane a casa si ritrova travolto dall’inflazione: complice l’impennata dei prezzi delle materie prime e il caro-energia, i listini di colombe pasquali e uova di cioccolato sono letteralmente schizzati alle stelle, con supermercati e negozi che hanno applicato sensibili rincari per tali prodotti tipici della Pasqua. Tanto per dare un indice di misura, gli aumenti dei prezzi in alcuni casi superano addirittura il 70%: un “ricarico” che parte dalla base della filiera, visto che a marzo il prezzo dello zucchero è aumentato del 54,9% su base annua, il burro del 25,8%, la farina del 17,8%, le uova del 22,4% e il cacao del 12,1%. Le conseguenze sugli acquisti sono inevitabili: il rischio (concretissimo) è che i cittadini, per far fronte ai forti rincari dei prezzi alimentari, taglino anche la spesa di Pasqua legata a cibo, dolci, bevande e prodotti tipici. Con buona pace del commercio e dei consumi interni, ormai in stato semi-comatoso.

Altro che ferie, riposo, relax: lo stress derivante da questa pioggia di aumenti è l’unica cosa garantita, dopo mesi di rincari che hanno messo a dura prova la nostra capacità di sopportazione (e il nostro portafogli). Non resta che aspettare che anche questa festività, con il suo carico di listini impazziti, passi; così da mettere al sicuro – per quanto possibile – i nostri (sudati) risparmi.

Ma è chiaro, la soluzione non è, non può essere, quella di ridurre tutto all’osso e non fare praticamente più nulla eccetto respirare. Se non ci rimane neanche l’attesa dei giorni di festa, allora davvero è il caso di chiedersi: cosa ci rimane, per darci un po’ di conforto e allietare le nostre vite?

 

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