Da qualche anno sono in commercio anche nel nostro paese alcune bevande denominate “ALCOPOP”.
Si tratta di bibite alcoliche aromatizzate alla frutta, con gradazione compresa tra i 5 e i 6 gradi.
Le confezioni di tali prodotti sono curatissime e colorate, i nomi vicini all’universo degli adolescenti e i gusti freschi e fruttati.
Una strategia di marketing – eticamente disdicevole – studiata nei minimi particolari per “adescare” i più giovani, alla stregua di quanto hanno fatto i produttori di tabacco con le sigarette.
Tutto ciò, in barba ai dati su alcol e adolescenti, pubblicati pochi giorni fa, in base ai quali in Italia beve per ubriacarsi il 64,8% dei ragazzi; fra questi sono in aumento i minorenni, dagli 11 anni in su (sono il 42% dei ragazzi e 21% delle ragazze).
Alcune stime affermano che tali bevande “Alcopop”, nella sola California, sarebbero responsabili di 60 morti fra giovani, 50.000 “incidenti” fra rapine, microcriminalità, rapporti sessuali a rischio, incidenti d’auto e un costo per la collettività stimato in 1,25 miliardi di dollari.
Ritengo tutto questo inaccettabile, e per questo ho chiesto un giro di vite contro queste bibite alcoliche, il divieto assoluto di pubblicità e l’innalzamento del divieto di vendita di prodotti alcolici dai 16 ai 18 anni.
A Voi genitori consiglio di controllare cosa bevono i vostri figli… non sempre un succo di frutta è ciò che sembra.
Voi cosa ne pensate?
Apriamo un dibattito e ditemi la Vostra!
E Vi invito a segnalare su questo blog ogni spot o promozione indicando:
– Data ora rete
– Pubblicità su alcolici compresi
– Descrizione
– Nello specifico se esaltano paritoclari performance sessuali o di riuscita in imprese difficili
– Presenza di giovani nella pubblicità
– Abbondanza e stimolo a uso eccessivo alcolici ecc..
Cliccate qui per saperne di più su dati e normativa applicabile:
Come sempre,
inveire, inveire, inveire…
E’ dal tempo dei romani che si bevono alcolici.
Il problema non è controllare cosa i figli bevono, è dargli un cervello per decidere se, come e quanto bere. Ma ovviamente educare richiede tempo, pazienza, amore e voglia.
Vietare invece è la soluzione “allodola” che scelgono le persone dalle vedute ristrette.
Stimato Avv. Rienzi,
io l’ammiro da molto tempo per le battaglie sacrosante che sta portando avanti e La ringrazio a nome di tutti i cittadini onesti che sanno pensare con la propria testa.
Sono d’accordo sugli obiettivi cui sta mirando e sono disponibile a darLe una mano fin da subito, ma io in questo momento ho bisogno del Suo aiuto e non so a quale indirizzo e-mail inviare una lettera che spiega il problema.
Mi può dire a quale indirizzo inviarla ?
Grazie di cuore.
Marina