Cari amici,
ricordate lo scandalo dell’olio extravergine di oliva contraffatto?
7 grandi marchi italiani – Carapelli, Bertolli, Santa Sabina, Sasso, Coricelli, Prima Donna e Antica Badia, sono finite al centro di un’inchiesta dei Nas di Torino con l’accusa di frode in commercio: le aziende in questione avrebbero, infatti, spacciato per extravergine del semplice olio di oliva, ovvero olio di qualità nettamente inferiore.
Insomma, una bella fregatura per noi consumatori!
Oggi, il nuovo scandalo alimentare riguarda invece la pasta.
Analogamente a quanto fatto con l’olio d’oliva, la rivista “Il Test” ha fatto analizzare in laboratorio 15 campioni differenti di spaghetti, scoprendo che non tutti i marchi utilizzano “grano pulito”. Secondo le analisi, Barilla, Conad, Divella e Voiello venderebbero pasta contaminata da pesticidi.
Una notizia che a noi italiani fa male al cuore!
Non si tratta di dosi massicce, ma di concentrazioni ben al di sotto dei limiti consentiti dalla normativa europea ma – scrive il Test – “è pur sempre un segnale preoccupante circa la qualità del grano che le aziende utilizzano per confezionare il più amato tra i piatti degli italiani”.
Le sostanze incriminate sono: il piperonil butossido, la cipermetrina e il pirimifos metil, pesticidi e micotossine di cui ancora si sa poco, sia per gli effetti che possono avere sul nostro corpo – specie se in combinazione con altre sostanze tossiche – sia per la loro capacità di favorire tumori o altre gravi malattie degenerative.
Insomma, ci dice Il Test, se è vero che nei campioni di pasta analizzati la concentrazione di queste sostanze è minima, è pur vero che “il nostro organismo è costantemente a contatto con alimenti che contengono le stesse (o maggiori) quantità di pesticidi, con conseguenze ancora incerte, specie quando sono contenute più molecole contemporaneamente che potrebbero avere un effetto sinergico assieme”.
Inoltre, se la concentrazione di pesticidi e micotossine nei 15 spaghetti analizzati è risultata sempre nei limiti di legge previsti per gli adulti, in più di un caso ha sforato quelli della prima infanzia. Segno che bisogna stare particolarmente attenti ad inserire la pasta nella dieta alimentare dei bambini!
A peggiorare ancor di più la situazione c’è il fatto che secondo Andrea Di Benedetto, presidente del Consorzio agricoltori mugnai pastai, le paste bocciate dal test contengono pochissimo grano italiano, al massimo il 10%. Il nostro grano, infatti, non contiene il deossinivalenolo, una delle micotossine presenti nei campioni analizzati. Questo perchè il grano stesso viene raccolto a temperature molto alte – tra i 28 e i 48 gradi – e il sole fa da antimicotico naturale. Questa micotossina – ha specificato Di Benedetto – è particolarmente dannosa perchè “principale responsabile dell’aumento delle intolleranze alle proteine del glutine perché dimìnuisce la funzione di barriera intestinale, causando un aumento del passaggio di batteri attraverso l’intestino”.
Insomma, cosa dobbiamo fare noi consumatori per stare tranquilli?
Prima l’olio, poi la pasta, quale altro disastro alimentare dobbiamo aspettarci?
Ma soprattutto, nell’anno che ha visto l’Italia protagonista di Expo, possiamo ancora vantarci del nostro Made in Italy?
A presto,
Carlo