Cibo sintetico? I consumatori hanno diritto a trasparenza e sicurezza!


Dopo il chiasso, le polemiche e le discussioni (arrivate quasi alle mani: tanto accalora il discorso su quello che mangiamo!) è giusto dire due parole sul cibo sintetico – o carne coltivata, o agricoltura cellulare: chiamatelo un po’ come volete – e la battaglia che lo riguarda.

Oltre agli interrogativi di natura etica, si registrano infatti dubbi sul fronte della sicurezza e ancora poche certezze sulle conseguenze sanitarie per l’uomo derivanti dal cibo sintetico. Il principio di precauzione impone l’obbligo di dimostrare la totale innocuità di un prodotto prima dell’immissione in commercio, e in questo senso ci battiamo affinché carne e altri alimenti sintetici non compaiano nei negozi italiani fino a che non ci saranno certezze sulla loro sicurezza.

Si tratta, in effetti, anche di rispettare la volontà (sovrana?) degli italiani: addirittura 3 nostri connazionali su 4 (il 74%), infatti, non vogliono neanche sentir parlare di questa possibilità culinaria. E se la maggioranza è così schiacciante, la sua voce va rispettata – anche perchè i cittadini come spesso succede si rivelano più lungimiranti delle istituzioni. Queste ultime spesso dimenticano che in un Paese come l’Italia, che è leader mondiale nella qualità e sicurezza alimentare, è giusto e anzi sacrosanto fare chiarezza sui rischi che derivano dal consumo di simili prodotti: in questo senso – lo diciamo a piena voce – sostengo e sosteniamo pienamente la battaglia di Coldiretti contro il cibo sintetico, un tema che riguarda in modo diretto i consumatori sia su fronte economico che su quello sanitario.

Di questo (e di altro) parleremo nel corso dell’evento “Qualità alimentare e benessere animale | Consumatore consapevole: dal settore lattiero-caseario alla filiera DOP”, organizzato per il 29 novembre da Consorzio Tutela Grana Padano DOP, Coldiretti e Codacons, occasione per un’analisi di ampio respiro sulla qualità alimentare e le eccellenze Made in Italy.

Alla fin fine, in ogni caso, il discorso è uno e uno soltanto: i consumatori hanno diritto alla massima trasparenza circa il cibo costruito in modo artificiale nelle fabbriche (che di naturale, checché ne dicano gli ultras della bistecca in provetta, non ha proprio nulla), e hanno diritto a decidere cosa mettere in tavola (almeno quello..). Le cose stanno così, e fino a prova contraria così rimarranno. Staremo a vedere cosa succederà nel tempo,  ma intanto una cosa è certa: qualcuno deve urgentemente fare i conti con l’opinione dei cittadini.

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