Royal Family, Ferragni e Vannacci.. Ma ‘sticazzi!


Non so più come commentare, seriamente, le notizie battute ogni giorno dalla stampa e dai media del nostro Paese. Il criterio della notiziabilità, ormai, pare diventato il seguente: quanto più inutile per la collettività, secondaria e interna alla “casta” la notizia, tanto più toccherà agli sventurati (che siamo noi) “lettori”, o “telespettatori”, sentirla ripetere con tono grave, proclamare come fosse un’emergenza nazionale, analizzare nei minimi dettagli da uno stuolo di opinionisti del nulla – dediti a questo giochino da mattina a sera.

Fare l’elenco è impossibile. Ogni giorno si susseguono – ormai anche sui “giornaloni” – gossip spacciati per notizie, inciuci spacciati per informazione, sparate di ogni tipo spacciate per opinioni. Farsi un’idea della situazione, in qualsiasi ambito, è sempre più difficile: ormai quasi nessuno sa se gli ucraini vincono o perdono, se a Gaza si spara ancora e quanto, se l’economia è in crescita o in crisi, se le misure del governo favoriscono o penalizzano le nostre tasche. Mistero totale sul mondo intorno a noi, come se ci avvolgesse la nebbia. I fatti sono scomparsi: di inchieste vere, escludendo qualche eccezione che conferma la regola, non c’è quasi più traccia. La realtà nelle redazioni italiane è ormai una presenza sgradita, da limitare al minimo, da somministrare – come una medicina piena di controindicazioni – a piccole dosi.

Per i mancati Pullitzer di casa nostra, evidentemente più prossimi ai panni del cortigiano che del giornalista, non c’è vita a parte una cerchia di ricchi e benestanti, non c’è proprio niente da parlare escludendo la triade dei ricchi, dei famosi e dei potenti. E allora fioccano da mattina a sera gli speciali sulla Royal Family (ma noi non abbiamo votato contro la monarchia, ormai quasi 80 anni fa?) e sul Kate-gate, gli approfondimenti sulla supposta fine della storia tra i Ferragnez (in attesa dell’inevitabile riavvicinamento in favor di telecamere?), gli speciali su Vannacci, i suoi libri e i suoi amori di gioventù (come se il tema interessasse a qualcuno).

Mentre TG e prime pagine cercano minuziosamente l’anello di Kate, analizzano al dettaglio il vestiario della Ferragni e scandagliano le traballanti idee di Vannacci fuori – nel mondo – succede di tutto, ma proprio di tutto. Solo che noi non lo sapremo mai, a meno di staccare la spina (o voltare pagina) e collegare il cervello: ad ascoltare i mezzi d’informazione nostrani c’è il rischio di convincersi che quelli propinati ogni giorno siano davvero grandi problemi per gli italiani e per il globo intero. Invece non è così: le cose stanno proprio al contrario.

Agli italiani, che hanno problemi concreti e urgenti con cui confrontarsi, non importa della famiglia dei reali d’Inghilterra, dei loro lussi e delle loro ripicche. Non gli cambia la vita ascoltando una volta di più la versione unilaterale dell’influencer che si sente fraintesa dopo essersi beccata una multa dall’Antitrust (per aver “limitato considerevolmente la libertà di scelta dei consumatori facendo leva sulla loro sensibilità verso iniziative benefiche, in particolare quelle in aiuto di bambini affetti da gravi malattie“). E non gli frega nulla di spendere ore e giorni a parlare di un fenomeno mediatico come Vannacci, di cui qualcuno condivide le idee, qualcuno no, ma che in generale non è certo la priorità delll’italiano medio, del Mario Rossi di turno.

Tutte queste non-notizie, questa intensiva opera di distrazione di massa, questo bombardamento di fattarelli e fattoidi, ci ha davvero stancato. Noi cittadini vogliamo notizie vere, affidabili, certificate e di un qualche interesse per la nostra vita: non altra disinformazione sistematica, non altri titoli click-bait per far contento l’editore, non altro fumo negli occhi da parte di chi dovrebbe aiutarci a vedere.

Non resta che unirci per gridarlo forte, di tutto cuore: Royal Family, Ferragni e Vannacci.. Ma ‘sticazzi!

 

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