Cari Amici,
è accaduto di nuovo. I cittadini, ormai, non ne tengono neanche conto. L’ennesimo sciopero dei trasporti è piovuto su una Città Eterna ingolfata, abituata, come rassegnata a un rituale che subisce e non capisce da troppo tempo.
Già, perché se chiedete ai romani per quale motivo si sciopera, nessuno saprà rispondere.
I disagi, come sempre, sono stati immensi. In una città che ha difficoltà a gestire l’ordinario (giunta Raggi, se ci sei batti un colpo), basta poco per scatenare l’emergenza. Se poi sommiamo il maltempo, che – come nel Medioevo – è tornato a essere un flagello per persone e cose, il risultato è scontato: traffico in tilt, cittadini infuriati, città bloccata.
Facciamo due conti. Nel 2016 i trasporti hanno fermato i convogli 10 volte, 11 dopodomani. In pratica si protesta una volta al mese, per le più varie cause. Nessuno contesta – ovviamente – il diritto dei lavoratori a esprimere un dissenso anche radicale, rispetto alle scelte delle aziende per cui ogni mattina devono svolgere un servizio (“Qui c’è gente che da due mesi non prende lo stipendio”, ha spiegato Micaela Quintavalle). Ma le modalità, quelle sì, possiamo discuterle: le rivendicazioni delle sigle sindacali possono anche essere legittime, ma non si rendono conto che così facendo i cittadini diventano nemici, mentre potrebbero essere preziosi alleati. Il livello di frustrazione è altissimo, e la collocazione puntuale al venerdì (nonostante le spiegazioni siano diverse) alimenta infatti molti cattivi pensieri.
E’ il momento di pensare a forme diverse di protesta: lo sciopero «di cittadinanza» prevede ad esempio la possibilità di viaggiare gratis sui mezzi durante la protesta. Limitando l’attuazione degli scioperi nei trasporti esclusivamente alle biglietterie e ai controllori dei titoli di viaggio, e disattivando anche i nuovi tornelli anti-evasione, si consentirebbe al cittadino di utilizzare gratis i servizi, così da arrecare un danno economico solo al datore di lavoro (ciò che parrebbe essere l’obiettivo principale degli scioperi) evitando al tempo stesso di utilizzare i cittadini come “ostaggio” al fine di ottenere miglioramenti contrattuali o di altro tipo.
Una proposta nuova? Neanche per idea. Ne parlavo già nel 2008. Sarà ora, di prenderla in considerazione?
A presto,
CR