Mandiamo a scuola il ministro della scuola


Mandiamo a scuola il ministero dell’istruzione e del merito, che sembra non conoscere i minimi rudimenti del diritto costituzionale.

Di fronte al tema delle occupazioni e delle proteste nelle scuole, Valditara – quel signore che, in occasione degli scontri a Firenze, intervenne contro la preside della scuola e non contro i teppisti coinvolti – ha infatti rilasciato una lunga intervista sul tema della scuola e in particolare delle occupazioni da parte degli studenti: lunga, ma tanto assurda, tanto improbabile e tanto surreale da meritare ampi passaggi con l’evidenziatore rosso. Sullo stesso tenore, non pago, ha pure condiviso una circolare ad hoc.

E insomma, visto che ci tiene così tanto, cosa fa il ministro di fronte alle occupazioni delle scuole da parte degli studenti? Innanzitutto, come fa sempre chi non sa cosa fare, tuona: dice che devono essere puniti, dice che devono pagare i danni, dice che bisogna verificare se vengono commessi reati, anzi non serve neanche verificarlo visto che insomma l’interruzione di pubblico servizio e la violenza privata sono evidenti, dice che insomma bisogna usare il braccio di ferro.

Dobbiamo riportare nelle scuole il rispetto delle regola, delle cultura e della legalità“, ripete, come se fossimo in un saloon del West, come se l’Italia fosse una Repubblica centroamericana in preda alle gang. Certo, il tema della violenza è serio: ci manca solo. Ma il lessico e i modi da sceriffo non bastano a dare credibilità alla cosa, non bastano a nascondere l’evidenza – ovvero l’assurdità dell’intero discorso.

Sembra che questo signore sia capitato lì per caso, e non si accorga dell’esistenza di un diritto storicamente conformato (e strutturato nella nostra società) di utilizzare i locali scolastici per discutere, per contestare, per protestare, per fare assemble da parte degli utenti e i fruitori delle scuole: gli studenti. E anche occupare, in caso, la scuola: un atto simbolico che riassume e racchiude le lotte studentesche, checchè ne pensi il ministro dell’ordine e della disciplina (ma a giorni alterni) Valditara.

Questo signore – preso evidentemente da una manìa punitiva e poliziesca – parla di “atti vandalici” e “azione di risarcimento da parte delle scuole” (addirittura): non conosce – evidentemente – il diritto costituzionale alla espressione del pensiero, non conosce il diritto all’utilizzo delle strutture scolastiche da parte dei principali fruitori, gli studenti.

Minacciare denunce e azioni di risarcimento nei confronti di chi occupa le scuole non solo rappresenta una ingiustificata limitazione di questi diritti, ma viola in modo palese l’art. 51 del codice penale secondo cui “l’esercizio di un diritto esclude la punibilità”

Nulla di male: avendo manifestato lacune – come certi studenti a fine anno – in alcune materie, proponiamo di mandarlo a un corso dedicato, che il Codacons è pronto a organizzare per lui.

Mandiamo a scuola il ministro della scuola: chissà che, almeno, non ci capiti di ascoltare un discorso sensato.

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