Il dibattito sui vaccini coinvolge l’opinione pubblica al completo, anche se – purtroppo – non si riesce a evitare l’eterna tendenza italiana alla lotta tra fazioni. Le ultime novità procedono in due direzioni diametralmente opposte: a ognuno il giudizio.
LA PROCURA INDAGA. Da una parte c’è la Procura della Repubblica di Torino, che ha formalmente aperto un’inchiesta sui vaccini commercializzati in Italia. La decisione della magistratura fa seguito ad un esposto che avevamo inviato nelle scorse settimane: abbiamo chiestodi fare chiarezza sull’esavalente (l’obbligo di legge per i neonati riguarda difterite, tetano, poliomelite, epatite b, ma nella dose standard disponibile in Italia ci sono gli antigeni – “raccomandati” – per altre due malattie infettive) e sugli effetti della combinazione di queste 6 vaccinazioni per la salute umana.
“Dietro” l’esavalente, infatti, c’è una situazione paradossale: dal momento che non è reperibile nel nostro Paese il vaccino contro la difterite, le famiglie vengono “costrette” – di fatto – a ricorrere a 6 vaccinazioni se vogliono rispettare la Legge e sottoporre i propri figli alle 4 obbligatorie. E le ragioni della scomparsa dell’antidifterico, direte voi? Chissà. A oggi è reperibile solo combinato ad altri vaccini. Da solo no.
Neanche a dirlo, questa assurdità comporta uno spreco di soldi pubblici: 114 milioni di euro annui, che finiscono nelle tasche delle (solite) case farmaceutiche. Ecco qual è la ragione del nostro intervento: non lavoriamo certo per minare la credibilità dei vaccini o contestare l’importanza delle vaccinazioni, che riteniamo indispensabili, ma perché pretendiamo massima chiarezza – specie sulla combinazione di più vaccini, sulle conseguenza per la salute umana e sugli interessi economici che si celano dietro l’esavalente.
GLI INTERESSI ECONOMICI. Già, il punto è anche questo. Fin dagli anni ’80 i vaccini in Italia sono stati terreno fertile per intrallazzi illeciti di tutti i tipi. Non parliamo di opinioni, ma di fatti: tanto per dire, una condanna in Cassazione per l’allora Ministro della Sanità De Lorenzo e l’allora responsabile del settore farmaceutico del ministero Duilio Poggiolini, colpevoli di aver intascato una tangente da 600 milioni di lire per unificare due vaccinazioni.
Anche solo per questo motivo – cristallizzato in una sentenza definitiva – vale la pena di andare fino in fondo. Come intende fare il Pm di Torino Vincenzo Pacileo, che infatti ha aperto un’indagine (al momento senza ipotesi di reato) con accertamenti specifici dei Nas e apposite perizie. Proprio perché la trasparenza è nell’interesse di tutti.
OBBLIGO A SCUOLA. L’altra direzione la segue il Governo, che pensa di risolvere il problema del calo delle coperture vaccinali con metodi coercitivi. I vaccini sono ormai un argomento elettorale, e il “pugno duro” non è scelto a caso. La logica è chiara: non solo chi non intende vaccinarsi, ma anche chiunque osi porre qualche dubbio sull’argomento, dev’essere “convinto”, se necessario con la forza.
Il che, purtroppo, è sbagliato. Non solo per ragioni di buon senso (in questo modo si alimenta un circuito infinito, rafforzando i sospetti dei cosiddetti “antivax”, contro cui serviranno altre leggi coercitive, e così via all’infinito), ma proprio per lo stesso cruciale principio di cui parlavamo prima: il rispetto della Legge.
Impedire l’accesso di bambini e ragazzi ad asili e scuole è assolutamente illegale, perché viola un diritto costituzionale fondamentale come quello dell’istruzione.
Il dibattito, quindi, potrebbe finire qui. Altrimenti la Legge non conta più: allora sì che si creano i veri problemi.
CR