Partiamo da un presupposto. Lo dico senza mezzi termini: chi si fa noto al mondo grazie alle malattie a me sta sulle palle di per sé. Tanto per essere chiari, per me le cose stanno così.
Poi quando giornali gli danno spazio solo perché la TV ha creato il personaggio allora peggio ancora: mi diventa antipatico anche il giornale (e ormai ce ne sono tanti, nella mia lista personale, messi all’indice)!
Ho una domanda: a chi ha messo allo sproloquio firmato Antonella Viola il titolo “Il Covid è ancora fra noi, meglio pensare ai vaccini” è stato dato un premio dalle case farmaceutiche? Se non è così, siamo di fronte a un grave errore. L’ignoto titolista lo merita appieno – visto che, di fatto, con poche esplicite parole non fa altro che soffiare sul fuoco dell’emergenza sanitaria per spingere tutti gli italiani a vaccinarsi di nuovo!
Ora basta: abbiamo deciso di denunciare questa signora, che ai tempi fu accusata anche di rapporti economici con Pfizer (legami che smentì) e che si affidava a un’agenzia per fissare le interviste, all’Ordine dei Medici e il giornale all’Ordine dei Giornalisti. Sulla salute non si gioca: specie quando in ballo ci sono i miliardi incassati dall’industria per la vendita di – a volte inutili e obsolete – milioni di dosi di vaccino. Si indaghi sui rapporti tra questi opinionisti dell’ovvio e chi guadagna miliardi con le loro ovvietà, come abbiamo chiesto in più circostanze. E si smetta di tifare pandemia quando non è proprio il caso: gli italiani si accorgono del giochino e non ci cascano più.