La mia lettera alla RAI sul caso Fiorello


Spett.le
RAI – Radiotelevisione Italiana S.p.A.

Gentili dirigenti e responsabili della RAI – Radiotelevisione Italiana,

nella scelta di scrivervi devo anteporre una premessa doverosa: sono da sempre tra i più grandi ammiratori di Fiorello, che considero (e non da oggi) il più talentuoso showman in Italia.

Detto dell’ammirazione per il suo talento, vengo ai fatti. Abbiamo in passato scritto a Fiorello per concordare un intervento nella sua riuscita trasmissione, dove l’Associazione che contribuisco a guidare – il Codacons – è stata spesso citata perché stabilmente al centro del dibattito e della cronaca trattata ogni giorno dal programma. L’ultima volta a novembre dell’anno scorso: volevamo coinvolgerlo nel dibattito sui migranti e sul traffico di esseri umani che avevamo organizzato in occasione della presentazione del Calendario Codacons 2024. In particolare, avevamo chiesto di accogliere a Viva Rai2 la giovane nigeriana Mary, reduce dal terribile viaggio fino a Lampedusa raccontato da Garrone nel suo film.

Ebbene Fiorello, con grande garbo, ci ha detto no: quella volta come le precedenti, ha ritenuto preferibile evitare qualsiasi polemica per la possibile “esposizione mediatica” del Codacons. Ci ha quindi risposto con la solita, rara gentilezza dicendoci proprio questo: che non poteva accoglierci per non garantire un favoritismo a chicchessia, che non poteva ospitarci per senso di giustizia. Anche se motivato da ragioni nobili, anche “condividendo in pieno il messaggio” (parole testuali), non gli rimaneva altra scelta “per non escludere nessuno“, oppure ancora – qui andiamo indietro fino a gennaio 2023 – per non “alterare e trasformare la fisionomia stessa del programma“.

Ora: non abbiamo contestato all’epoca e non contesto ora queste scelte, che personalmente ritengo sacrosante. Il ragionamento è stato da subito molto chiaro: in caso di intervento in trasmissione ci sarebbe stato un favoritismo nei confronti di una realtà, di un soggetto organizzato specifico, a discapito dei tanti esclusi, e questo fatto andava evitato sopra ogni altra cosa. Giusto ed equo: abbiamo accettato di buon grado questa scelta, e continuiamo a farlo.

Ma ora – alla luce dei fatti degli ultimi giorni – la domanda viene da sé e noi, con la simpatia di sempre nei confronti di Fiorello, la poniamo: quando si sceglie di portare in trasmissione una figlia, l’immagine dell’ospite non ne trae comunque, in qualche modo, giovamento? Non si tratta di una qualche preferenza, a discapito dei tanti coetanei che non possono ambire a quell’uditorio? Non si tratta di un favoritismo di gran lunga più evidente di quello che, eventualmente, avrebbe riguardato il Codacons?

Con grande garbo chiediamo a Fiorello di riconoscere l’errore – che capita a tutti, anche ai migliori – e fare ammenda. Vista la sua conclamata (e riconosciuta universalmente) qualità professionale, gli chiediamo di non limitarsi al minimo sindacale (dire che Giacovazzo ha sbagliato e  che si sono perdonati tra loro). Gli chiediamo, visto che si tratta di Fiorello, di spendere una parola aggiuntiva, di riconoscere l’accaduto, di prendere atto del (piccolo) passo falso commesso. Vedrà, ne varrà la pena: il terzo incomodo della vicenda, il fruitore della trasmissione – i telespettatori, cioè noi – giene sarà grato una volta di più.

Con i miei Migliori Saluti,

Carlo Rienzi

Presidente Codacons

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