L’inflazione nel 2023 è costata uno stipendio a famiglia


Purtroppo, nella memoria collettiva il 2023 rimarrà associato – dal punto di vista dell’economia nazionale – a un punto di non ritorno, a un buco nero di spese senza fine che ha lasciato famiglie intere in balìa di una voragine finanziaria: secondo i dati Istat, infatti, il rialzo vertiginoso di prezzi e tariffe ha inflitto una ferita profonda al nostro tessuto sociale, e ha costretto ogni nucleo familiare a sobbarcarsi un aumento medio di spesa annua pari a 1.796 euro.

A leggerlo così fa davvero impressione. Si tratta di uno stipendio (e molto spesso più di uno stipendio..), volatilizzato prima ancora di acquistare qualsiasi cosa: uno tsunami economico che rappresenta una vera e propria catastrofe finanziaria per l’intera popolazione. Non ci troviamo, è chiaro, di fronte a un aumento di spesa, ma un vero e proprio assalto alle tasche dei cittadini: una Caporetto per il nostro portafogli, un altro salasso che provocherà, e anzi sta già provocando, effetti disastrosi nella penisola.

In un Paese che da tempo mette in mostra dati paurosi in termini di povertà ed emarginazione, la dimensione catastrofica di questa crisi emerge in tutta la sua evidenza quando si considera l’impatto su scala nazionale: sommando gli oneri che ogni famiglia è costretta a sopportare, siamo di fronte a una maxi-stangata colossale di 46,3 miliardi di euro in un solo anno. Una cifra colossale, una piaga economica di proporzioni bibliche – un flagello che si abbatte su ogni cittadino, indipendentemente dalla condizione sociale, la regione di appartenenza e le caratteristiche personali.

Non date ascolto a chi blatera di un rallentamento dell’inflazione nell’ultimo periodo dell’anno: si tratta di un fenomeno che va attribuito unicamente all’andamento al ribasso dei beni energetici, mentre per i beni primari (come gli alimentari) la crescita dei prezzi rimane sostenuta. Le misure di contrasto adottate dal governo – dal paniere salva-spesa ai cartelloni sui prezzi medi della benzina – semplicemente non hanno funzionato: speriamo che nel 2024 provvedimenti efficaci per contrastare speculazioni e rincari e tutelare le tasche dei cittadini vedano la luce, perchè – in caso contrario – si avvicinano tempi davvero cupi per le famiglie italiane.

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