Cari amici,
da qualche tempo c’è un argomento che sembra passato nel dimenicatoio: il fenomeno gioco d’azzardo, che colpisce il 5,6% della popolazione italiana.
Vi riassumo gli ultimi fatti, o dovrei dire, le ultime promesse del Governo. Matteo Renzi aveva entusiasticamente dichiarato che stava mettendo a punto assieme alla sua formidabile equipe tutte le misure necessarie per togliere le slot dalle tabaccherie e dagli esercizi commerciali. E fin qui, nulla da contestare, anzi!
Resta però l’nquietante sensazione che da allora non è cambiato granché. Se abbiamo dovuto aspettare il 2012 per avere un decreto legge che finalmente inseriesse la ludopatia nei livelli essenziali di assistenza (prevenzione, cura e riabilitazione), solo lo scorso agosto è stato emanato un altro decreto per impedire il lancio degli spot dei giochi sulle reti generaliste (Rai, Mediaset, La 7, Tv8, la Nove e canali tematici indirizzati in via esclusiva o prevalente ai minori). Pubblicità, tuttavia, vietata solo in determinate fasce orarie (dalle 7 alle 22), mentre continuerà ad essere tranquillamente trasmessa in radio, su Mediaset Premium e Sky.
E mentre da Lottomatica tira acqua al proprio mulino, chiedendo meno proibizionismo e più sicurezza ai giocatori, le associazioni contro la ludopatia si ribellano alle modalità “soft” con le quali finora si è tentato di contrastare il problema. E come dar loro torto? Ridurre gli spot pubblicitari sul gioco d’azzardo è come allontanare temporanemente una gigantesca fetta di torta da un malato di diabete. Nel momento in cui l’avrà nuovamente davanti agli occhi, non potrà fare a meno di mangiarla!
L’ambiguità dello stesso dibattito politico non fa che confermare la mancanza di serietà (e di interesse) ad affrontare l’annosa questione. Una conferma di quel che sono più che semplici sospetti arriva proprio dal sottosegretario all’Economia con delega ai giochi, Pier Paolo Baretta, il quale giustifica la necessità di mantenere lo statuto di legalità del gioco ” altrimenti le entrate pubbliche subirebbero una perdita di oltre 10 miliardi, quasi un punto di Pil”. Ecco spiegato l’arcano! Non si tratta solo di lentezza del sistema giuridico!
C’è per fortuna chi si ribella: in Umbria, a seguito dell’approvazione della Legge regionale per la prevenzione il contrasto e la cura della ludopatia, è stato attivato il numero verde (80041092) a sostegno di chi soffre ne soffre.
E il resto d’Italia che fa? C’è chi agisce e chi resta in attesa che le promesse renziane si trasformino in atti concreti. Una speranza destinata a svanire al primo colpo di vento, specie se di mezzo ci sono loschi interessi di Stato!
A presto,
CR