Caso Affittopoli, to be continued…

Cari amici,

meno di due settimane fa il commissario tecnico, Francesco Paolo Tronca, ha consegnato al Tribunale di Piazzale Clodio e alla Corte dei Conti il dossier relativo allo scandalo “affittopoli”. Cosa c’è nel suo interno? Una lista – tutt’altro che breve – di funzionari pubblici (una cinquantina in tutto) che hanno amministrato (male!) gli immobili del Campidoglio. Non si tratta di cifre modeste, ma di quasi 60.000 beni di proprietà, di cui 19.000 affittati a meno di 100 euro al mese.affittopoli
Illegalità costate care alle casse del Comune, che ha perso circa 100 milioni di euro all’anno.
Furioso il commissario Tronca che ha puntato il dito contro la burocrazia capitolina per aver permesso “a tanti cittadini senza titolo, o abusando dei titoli in essere, di approfittare indebitamente dei beni della collettività per anni”.
Altrettanto furioso sono io, e già da qualche mese assieme al Codacons sono passato alle vie legali, presentando una causa di risarcimento nei confronti dei funzionari e dirigenti comunali coinvolti nello scandalo ‘affittopoli’, per i danni economici arrecati ai romani e alla città.
Ovviamente tra i responsabili rientra anche chi ha occupato abusivamente gli immobili del Comune e non ha mai pagato gli affitti; ma lo è ancor di più chi aveva il compito di vigilare e operare affinché ciò non accadesse. E, invece, ha preferito chiudere gli occhi, serrare la bocca e tapparsi le orecchie davanti ad una illegalità evidente.
Intanto, al pubblico ministero Corrado Fasanelli, fin dall’inizio a capo della maxi-indagine, toccherà fare chiarezza sulla gestione del patrimonio immobiliare capitolino. Parallelamente il pm Alberto Galanti lavora su una lista di 57 locali e terreni, sempre di proprietà del Comune, occupati abusivamente. Si tratta di spazi e locali pubblici che erano stati assegnati, dal comune, provvisoriamente e con finalità sociali (aree verdi, semplici locali trasformati in pizzerie, bar, ristoranti o club privati), ma in seguito occupati abusivamente. Chi, in origine, aveva ottenuto l’autorizzazione, si è poi insediato definitivamente, andando oltre il breve periodo di concessione e – cosa ancor più grave – mettendo in piedi attività con finalità di lucro.
Vedremo come andrà a finire la caccia ai colpevoli. Una cosa mi sento di promettervela: non molleremo l’osso tanto facilmente!

A presto,
CR

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