Affittasi case lussuose a prezzi stracciati!

Cari amici,

nella città eterna chi non vorrebbe svegliarsi al mattino in un appartamento con vista Colosseo, o affacciarsi dal balcone e contemplare la splendida cupola di San Pietro? Il problema di vivere in centro è però il costo esoso degli affitti, che non sono certo alla portata di tutti! Eppure, c’è chi abita a Borgo Pio, a due passi dal Vaticano e paga 10,20 euro al mese, e chi ha un alloggio con vista sui Fori Imperiali e arriva – sempre al mese – a pagare 23,36 euro! Ma è davvero possibile? Ebbene sì, dalla Fontana di Trevi a piazza Navona sono centinaia gli immobili di proprietà del Comune di Roma, che vengono affittati a prezzi stracciati.

Si tratta del caso “Affittopoli”: immobili super lussuosi affittati a fondazioni, associazioni, onlus o privati quasi gratuitamente. Per questo il commissario straordinario del Campidoglio, Francesco Maria Tronca ha deciso di darci un taglio, ordinando la verifica del patrimonio immobiliare del comune. Ben 574 immobili sono finiti nel mirino delle indagini perché affittati a prezzi sospetti, decisamente fuori mercato, per usare un eufemismo.

Il Comune di Roma conta ben 59.466 beni, sarebbe il più importante d’Italia, eppure nuota tra acque torbide. Ma scandali di questo genere – Affittopoli è una delle vicende più recenti – non risalgono all’altro ieri, vanno avanti da decenni.

Suona strano che il palazzetto medievale con affaccio su via dei Fori Imperiali dal 1946 risulti affidato ai Cavalieri di Malta per soli 12 euro (ai tempi 24 mila lire) all’anno o che l’inquilino di una casa su corso Francia a pochi metri da Ponte Milvio paghi solo 35 euro al mese per 52 metri quadrati.

Per non parlare poi degli appartamenti del Campidoglio, nella maggior parte dei casi molto vecchi, di cui il 60% dislocati nel centro storico, che dal 2001 fino ad oggi – parliamo di migliaia di case – sono stati venduti. Ne restano, tuttavia, altre 700 da alienare. E tra queste – stando all’elenco redatto dagli uffici capitolini – compare un patrimonio di alto pregio che però viene valutato come case popolari. E l’elenco di stramberie irrisolte potrebbe continuare. Come mai? In questo ultimo caso la spiegazione ufficiale data finora è che il Comune, trovandosi in gravi difficoltà nell’elargire case popolari già straripanti, sia stato costretto ad assegnare alloggi in pieno centro storico.

Nel mare torbido dei censimenti, delle delibere e degli accordi di vecchia data permane la politica degli immobili low cost che impoverisce – e non di qualche spicciolo – le casse comunali. Secondo un’indagine del Campidoglio del novembre 2013 si contano 597 case a prezzi stracciati (295 residenziali e 302 commerciali) che fruttano a Palazzo Senatorio solo 2,2 milioni di euro l’anno e che, invece, se vendute all’asta, come aveva ipotizzato l’ex sindaco, Ignazio Marino avrebbero portato nelle casse dell’amministrazione circa 247 milioni di euro.

In una città tanto bella quanto maltrattata, dai mille disagi irrisolti, occorre un intervento efficace e risolutivo, a meno che il Comune non intenda investire il proprio patrimonio come se si trattasse di un trancio di pizza o di un pacco di patatine, tanto il prezzo è il medesimo!

A presto,

Carlo

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