Sharenting e abusi, ma le istituzioni non muovono un dito!


In occasione della Giornata dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza ci sono, certo, tanti temi imprescindibili di cui parlare: in primis, pensando al coinvolgimento (che, ahimè, in caso di guerra è matematico) dei bambini e dei giovani nei conflitti in corso in tutto il mondo. Un tema ineludibile, necessario, urgentissimo, di cui bisogna parlare sempre di più.

Guardando però al nostro cortile di casa, dove – almeno questo! – di conflitti in corso non c’è traccia, non possiamo fare a meno di affrontare altri temi legati all’infanzia e all’adolescenza: e sopratutto, non possiamo fare a meno di puntare i riflettori sulle istituzioni italiane che rimangono immobili dinanzi agli abusi quotidiani cui sono costretti oggi su web e social network i minori, e chiede l’istituzione di un tavolo tecnico al Garante dell’Infanzia volto ad affrontare la questione. Da anni denunciamo alle autorità competenti le foto di bambine e bambini pubblicate da influencer e genitori vip sui social network in barba a tutte le disposizioni in tema di privacy dei minori, ma nessuno finora è mai intervenuto.

Un fenomeno quello dello sharenting – ovvero la condivisione online costante da parte dei genitori di contenuti che riguardano i propri figli/e (foto, video, ecografie, storie) – che si rivela estremamente pericoloso, perché le foto dei minori finiscono senza alcun controllo sulle piattaforme dei social network e nonostante i bambini non possano esprimere il proprio consenso, e soprattutto col rischio che le immagini finiscano nelle reti dei pedofili o siano utilizzate per fini illeciti. Un pericolo direttamente proporzionale al numero di followers degli influencer che violano la privacy dei propri figli, spesso a scopi commerciali mercificando l’immagine dei bambini.

Non a caso in Francia si è discusso e discute di una legge che, nella difesa dei bambini, vieterebbe la pubblicazione delle foto da parte dei genitori. In Italia le norme che vietano di pubblicare sui social le foto dei minori esistono, ma nessuno le applica. Basti pensare alla Convenzione Internazionale sui diritti dell’infanzia, o alla Convenzione europea sull’esercizio dei diritti del minore del 1996, e alla Carta di Nizza del 2000, norme che tutelano la privacy e l’immagine dei minori ma che vengono costantemente violate.

Per questo abbiamo chiesto al Garante dell’Infanzia di istituire un tavolo tecnico col Codacons e le organizzazioni a tutela dei minori, volto ad approfondire la problematica della pubblicazione incontrollata di foto di bambini sui social network e studiare le misure per arginare il fenomeno. Al tempo stesso all’Agcom abbiamo chiesto di intervenire per oscurare i profili social di influencer e vip italiani che pubblicano immagini dei propri figli in violazione delle norme internazionali.

Dopo tanta inazione è davvero ora di fare qualcosa: altrimenti è proprio vero, questi diritti dell’infanzia e dell’adolescenza li difendiamo una volta l’anno (e solo a parole).

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