Safer Internet Day 2016

Cari amici,

domani si celebra il Safer Internet Day, la giornata mondiale per la sicurezza in Internet. Un giorno davvero importante che ci aiuta a riflettere sulle potenzialità e sulle conseguenze, spesso negative, che la rete ha sulla nostra vita.

Il web e i social network sono ormai entrati a far parte della nostra quotidianità, spesso sostituendo le reali relazioni sociali.

Ma, nella nuova network society quasi nessuno degli utenti Facebook e Twitter comprende la pericolosità del mezzo che utilizza: stare seduti dietro allo schermo di un pc non restituisce, infatti, la misura della potenza di Internet.

Questa “innocente” inconsapevolezza non solo ci espone a tutte le insidie del mondo virtuale, ma – cosa ancor più grave – azzera la nostra privacy: foto, pensieri, stati d’animo, tutto è alla portata di tutti. Tutto è pubblico, senza filtri e senza remore.

Non a caso i “nuovi” reati, di cui si parla sempre più spesso, consistono in una violazione della privacy tramite l’uso del tutto improprio del web: lo stalking, le truffe, il furto di identità e il cyberbullismo.

E ad andarci di mezzo, come dimostrano i recenti casi di cronaca, sono spesso gli adolescenti. I ragazzi di oggi sono sempre più interconnessi, in rete giocano, parlano, studiano, comprano e vendono, ascoltano musica, guardano video. Insomma, in una parola, vivono in rete, spesso senza alcun controllo, completamente ignari sia delle opportunità che dei rischi del web.

Proprio per questo, in occasione del Safer Internet Day, la Polizia Postale e delle Comunicazioni, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, ha deciso di organizzare workshop sul tema del cyberbullismo nelle scuole di 100 capoluoghi di provincia italiani.

I poliziotti del web incontreranno, così, oltre 60mila ragazzi al motto di “Play your part for a better Internet”, ovvero “Gioca la tua parte per un Internet migliore”.

Il nome del progetto – ideato dalla Commissione Europea – è in questo significativo: “una vita da social”. L’obiettivo è semplice: aiutare i ragazzi a navigare in rete in modo sicuro, sfruttando tutte le potenzialità comunicative del web e scongiurando la possibilità di ritrovarsi vittime di cyberbullismo.

I tristi casi di cronaca nera a cui ormai la televisione ci ha abituato partono spesso dai social network: una foto o un video condiviso in modo sbagliato, con il chiaro intento di violare la privacy dell’altro, di deriderlo, o con l’ingenuità propria degli anni dell’adolescenza, e il danno è fatto!

“Una vita da social” vuole evitare tutto questo, vuole insegnare ai ragazzi a coniugare in modo efficace le dinamiche di relazione ed espressione di sé con la tutela della privacy propria e degli altri.

Sono convinto che iniziative come queste siano di fondamentale importanza perché aiutano a portare all’attenzione di un gran numero di utenti la sicurezza nell’uso della rete. Non a caso, in molti Paesi come l’Inghilterra, i ragazzi a scuola hanno la possibilità di inserire nel proprio percorso di studi la “media education”, una materia specifica che educa bambini ed adolescenti ai media e con i media.

In Italia una disciplina del genere non è ancora prevista nel nostro ordinamento scolastico, eppure sono sicuro che la formazione e la prevenzione siano gli unici strumenti che abbiamo per arginare il fenomeno del cyberbullismo.

A presto,

Carlo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *