Le promesse di Renzi e l’abuso della credulità popolare

Da settimane siamo investiti da una marea di abusi della credulità popolare. Il Premier Renzi che promette di trovare 90 miliardi in pochi mesi usando la tecnica ormai consolidata di Papa Bergoglio: strette di mano, buon appetito e buon pranzo! Accorti comunicati stampa del suo efficientissimo ufficio stampa quando telefona al convento e trova la segreteria telefonica… escono ambedue per strada senza cravatta (e papalina) e senza scorta, ecc.

Fermo restando che mentre il Papa può ben farlo avendo sempre, senza spese, la possibilità di guadagnare adepti e consenso, Renzi non dovrebbe, perché non ha i fondi per ottenere lo stesso risultato (pochi miliardi raschiati senza mettere mano alla totale eliminazione degli sprechi non serviranno proprio a niente) .

Ma quelli che più ci fanno irritare sono i c.d. imprenditori illuminati che continuano a pontificare cavolate immani per farsi belli. Un plauso particolare a Maurizio Crozza che, finalmente, è stato capace di spiegare al mondo attraverso la sua trasmissione chi è veramente Farinetti (Eataly), uno che mentre predica il bene del paese, vende scatole di pelati con etichette illegali e insegna ai giovani la “furbizia”!! “Ma si limiti a vendere prosciutti”, ha giustamente detto Crozza, che solo per questo noi candideremo al “Premio Amico del consumatore” 2014.

E il mecenate Diego Della Valle che, dopo aver avuto in “regalo” il Colosseo per venti anni prorogabili da una certa dott.ssa Moretti che ha firmato il contratto per la Soprintendenza a suo favore, ha dichiarato sostanzialmente al Giudice penale che non lo aveva letto prima… di firmarlo, e continua a predicare che fa il bene del Paese. Non solo. Per far tacere i cittadini li cita in giudizio per 36 milioni di euro sentendosi diffamato.

E che dire di Cucinelli che continua a regalare aumenti di stipendio ai suoi dipendenti facendo invidia a chi, ingenuamente, pensa che una nicchia di mercato (per di più all’estero) di pullover da 3000 euro ciascuno sia una situazione riproducibile anche per altre imprese? Siamo stufi davvero! Vogliamo di nuovo le Madonne che piangono come a Civitavecchia e le bambine che vedono la santa apparire: questa è vera sana pulita credulità popolare.

E vogliamo da Renzi non più strette di mano e promesse ma un immediato chiaro decalogo per la nomina degli alti burocrati di Stato che si accinge a sfornare (Poste, Eni, Enel, ecc. ecc.). E se proprio non pensa di nominare me (l’unico di cui mi fido) allora ecco i requisiti che pretendiamo in chi occupa poltrone di rilievo:

Competenze: Devono essere comprovate le competenze tramite c.v. adeguati e non trascurate le capacità relazionali e le precedenti posizioni di coordinamento di vertici aziendali.

Età: Si devono escludere tra i vertici (Presidente, AD, DG) persone che non abbiano almeno cinque anni di attività lavorativa prima dell’età pensionabile. Chi supera tale limite di età può rientrare tra i consiglieri che non possono avere più di un incarico, cosi come per i sindaci del collegio.

Genere: ricordiamo l’impegno preso dal Presidente del Consiglio dopo la composizione del Governo: “Ci sarà la presenza del 50 per cento di donne ai vertici delle grandi Aziende di Stato.

Numero mandati: Non si possono superare i tre.

Carichi pendenti: Nessun componente deve avete carichi pendenti.

Tratto da: http://www.huffingtonpost.it/carlo-rienzi/le-promesse-di-renzi-e-labuso-della-credulita-popolare_b_5075802.html

2 Commenti

  • Renzi, l’antivirus che bonificherà dai 5stelle il ‘Sistema-Italia’?

    Per poter esprimere un parere sul governo Renzi è ancora troppo presto. L’unica cosa che possiamo dire in merito al curriculum politico del Presidente del consiglio ed ex Sindaco di Firenze è che la città nella quale ha indossato per anni la fascia tricolore non ha certo rappresentato, sotto il suo governo, quell’angolo di paradiso dove gli italiani sono andati a rifugiarsi in massa, mentre tutto intorno crollava!!! Ergo, se tanto mi da tanto…

    Comunque, il premier, di carne al fuoco ne ha messa davvero tanta. Ma per il momento ci dobbiamo accontentare solo di molto fumo. Per l’arrosto – se, come e quando arriverà – bisognerà aspettare ancora parecchi mesi. Tra disegni di legge, dpcm vari, decreti attuativi, lungaggini legislative, cavilli burocratici, chiacchiere da talk show e spot elettorali, forse ci vorranno degli anni prima di riuscire a vedere attuate certe promesse.

    Gli italiani sono degli inguaribili sognatori e sperano che Renzi sia l’uomo della provvidenza capace di traghettarli al di là della crisi, fuori dal tunnel. Ma il premier è stato messo lì dal “sistema” per rottamarlo e far rinascere dalle macerie della malapolitica la nuova Italia o per trasformarlo, rigenerarlo e garantirgli ancora lunga vita? Certo chi l’ha messo lì, e non sono stati certo gli italiani, non lo ha fatto con spirito masochista e per auto-eliminarsi, ma esclusivamente per garantirsi la propria sopravvivenza e salvaguardare i propri interessi!

    Per il momento l’impressione è quella che Renzi abbia una sola missione: arginare l’antipolitica e ridimensionare il MoVimento5Stelle. Insomma una sorta di “antivirus”, chiamato ad eliminare il virus a 5stelle che rischia di bloccare il sistema operativo, ma lasciando intatto “il sistema”!

    La riforma del Senato è aria fritta. Come pure l’abolizione delle Province, la staffetta generazionale nella Pubblica Amministrazione e la vendita su ebay di un pugno di auto blu. L’unica certezza è che a maggio, statene pur certi, arriveranno di riffa o di raffa i ticket elettorali: i famosi ottanta euro del cuneo fiscale! Ma arriveranno solo perchè già ricapitalizzati nelle casse dello Stato con le addizionali regionali e comunali di quelle stesse buste paga dove andranno a finire, solo perché già lautamente ripagati dagli italiani con l’aumento dell’Iva, della Tasi, dell’Imu, del bollo auto e della Rca, delle tasse su luce, acqua, gas, trasporti e benzina!

    Insomma, anche se Renzi rappresenta l’ultima speranza per il “sistema”, la realtà è che la genteperbene di questo Paese sta ancora nel bel mezzo della crisi con stipendi e pensioni ai limiti della sopravvivenza (un operaio del nord-europa guadagna 2.500 euro al mese e nel 2012 il 42,6% dei pensionati italiani ha percepito un reddito da pensione inferiore a 1.000 euro al mese), con oltre 3,3 milioni di disoccupati (si perdono 1.000 posti di lavoro al giorno) e migliaia di aziende che chiudono (in Italia spariscono nel nulla due imprese ogni ora)! Tutto il resto sono solo chiacchiere!!!

  • Questa Europa è come un paio di scarpe strette: fa troppo male per restarci ancora dentro!

    L’Europa è diventata una gabbia opprimente e claustrofobica nella quale sono stati ricacciati dentro e a forza i cittadini europei derubati della sovranità nazionale e sudditi di uno scellerato “patto economico” a guida tedesca che divide i popoli in ricchi e poveri, senza integrarli in una vera e sana federazione di Stati, membri di uno stesso organismo politico, economico, sociale e culturale.
    Restando a casa nostra, gli italiani che campano di stipendio e pensione hanno visto dimezzato il proprio potere d’acquisto passando dalla Lira all’Euro. Non solo. Il debito pubblico è aumentato a tal punto che l’Italia non riuscirà mai a saldarlo. La disoccupazione è ai massimi storici. Le piccole e medie imprese chiudono i battenti e circa la metà del reddito degli italiani se lo mangia il Fisco che, a fronte di un salasso esattoriale senza precedenti, restituisce in dietro scuole, ospedali, strade, tribunali e amministrazioni pubbliche che ogni cittadino sa bene come non funzionano e quanto e come siano al di sotto di ogni normale aspettativa commisurata al quanto versato nelle casse dello Stato: tutti i giorni, ogni cittadino italiano vive sulla propria pelle le gravi inefficienze di un “Sistema-Italia” vecchio, inefficace, inefficiente, ma costosissimo.
    Per contro chi faceva tanti soldi prima dell’euro continua a farli anche oggi. E chi campicchiava decentemente è, invece, stato trascinato da quello che era, al tempo della Lira, il ceto medio sulla soglia della povertà!
    Altro che luce in fondo al tunnel della crisi: nel Belpaese è ancora buio pesto!
    E agli italiani, questa Europa, comincia davvero a far male, al pari di un paio di scarpe strette. Per far passare il dolore non c’è che una soluzione: gettarle via e comprarsene un paio nuove e soprattutto della misura giusta.
    Vent’anni fa ci palesarono il mito dell’Europa Unita, facendoci credere che prima bisognasse fare la moneta unica e poi tutto il resto. Oggi è rimasta solo l’Europa economica della Troika, che succhia il sangue agli europei, lasciandoli in balia della globalizzazione, dei poteri finanziari, dell’egemonia del dollaro, dell’invasione cinese, dell’immigrazione massiccia dal Sud del pianeta, delle turbolenze dell’area mediterranea e delle rivoluzioni islamiche del Nord Africa. Ebbene. Su questi temi l’Europa non è mai stata Unita, lasciando i popoli senza una strategia ed un programma condiviso, orfana di una politica estera, militare, economica e culturale degna di Nazioni Unite.
    Questa è l’Europa in cui “lorsignori” ci hanno ricacciato e costretto a sopravvivere. Ma questa è un’Europa senza futuro e senza speranza. Un’Europa che non unisce i popoli, che non integra le nazioni più deboli in una confederazione democratica di Stati liberi. Un’Europa che no sa darsi un vero governo, un parlamento autorevole, capace di legiferare non sotto dettatura della Troika, ma nell’interesse dei cittadini, è un’Europa destinata a sciogliersi come neve al sole!
    Includere, unire, integrare i popoli con politiche sociali e solidali, aiutare e favorire i più deboli, esaltare le potenzialità delle singole nazioni senza sottometterle al giogo del Fiscal Compact, questa è l’Europa che vogliamo veder Unita. Altrimenti è meglio tornarsene ognuno per i fatti propri!
    L’Europa che non integra ed unisce, ma disintegra le sovranità popolari e divide i popoli in ricchi e poveri, è un’Europa senza futuro! Un progetto destinato al fallimento.
    Tutto questo, naturalmente, giustifica l’ondata antieuropeista che sta attraversando in lungo e in largo tutto il Vecchio continente: cittadini che vogliono uscire dalla moneta unica, che vogliono tornare a vivere e sperare. Un vento che bussa forte e convincente al portone Italia e che condizionerà le prossime elezioni europee.
    Ma in quello che al tempo della Lira era il Belpaese, c’è chi frena. C’è a chi questa Europa sta bene così com’è. E sono quegli stessi che fino a ieri s’inchinavano davanti all’Unione Sovietica e che andavano a prendere gli ordini da Mosca, e che oggi si prostrano all’Unione Europea e che vanno a prendere gli ordini a Bruxelles e che considerano la UE una “Verità Rivelata, Assoluta, Imprescindibile e Irrinunciabile”.
    Al punto tale da affamare un’intera nazione, pur di restare in questa Europa.
    Al punto tale da consegnare le chiavi di Palazzo Chigi, senza passare per le urne, ad un venditore di fumo che fa il verso a chi prima di lui spacciava per reale il sogno del “nuovo miracolo italiano”, e che pensa di vincere le prossime elezioni europee al prezzo di 80 euro pro capite! E molto probabilmente le vincerà pure queste elezioni.
    A meno che non ci sia qualcuno che, ottenuta l’agibilità politica che voleva, vada in tele-vendita a promettere 20 euro di più!
    A meno che gli italiani non si lascino impapocchiare dalle solite chiacchiere e dalle facili promesse elettorali degli imbonitori di turno, ma scelgano di votare “diversamente”.
    Perché, non è vero che “loro” sono tutti uguali. Basta conoscerli bene per saperli distinguere e poterli votare!

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