Caro vecchio Paese

Cari amici,

da tempo mi terrorizza l’idea di leggere i più aggiornati sondaggi Istat, perché purtroppo – non ne faccio loro una colpa, sia chiaro – leggo solo dati negativi. Non fa eccezione l’ultimo rapporto annuale dell’Istituto, dal titolo “Noi Italia”, che bolla la penisola come Paese vecchio, dove la speranza di vita arretra assieme alle nascite. Italia Paese vecchio
Le stime relative al 2015 ci dicono che per la prima volta negli ultimi 10 anni cala la speranza di vita alla nascita, con un decremento di 0,2 punti per gli uomini (80,1) e 0,3 per le donne (84,7). Diminuisce, infatti, il numero medio di figli per donna: solo per il 2014 la media è pari a 1,37 a famiglia, quando occorrerebbero almeno due figli per garantire il ricambio generazionale.
Diversamente dal passato in Italia non si fanno più figli, o meglio, se ne fanno molto pochi! Non è un Paese per giovani, a quanto pare, visto che risultano numericamente inferiori rispetto agli anziani (sempre per il 2015 si contano 157,7 anziani ogni 100 giovani).
Come possiamo consolarci? Pensando che ci sia meno criminalità, almeno sul fronte delle rapine e degli omicidi. Amara consolazione, in realtà, perché i furti presentano, invece, un trend in crescita. Non a caso nel 2015 la quota di famiglie italiane che hanno percepito un elevato rischio di criminalità è salito significativamente (41,1% dal 30% del 2014).
Se vogliamo trovare qualche aspetto positivo, dobbiamo cercarlo in altri campi, come quello agroalimentare, dove l’Italia vanta il numero di denominazioni geografiche più elevato a livello comunitario (269 nel 2014). Oltre a produrre molto e bene (il nostro agroalimentare è primo in Europa) siamo anche una popolazione di salutisti: mangiamo meglio degli altri e fumiamo di meno. Proviamo solo una certa avversione a praticare quotidianamente lo sport (solo un terzo lo pratica in modo costante).
Siamo anche diventati più ecologici. Nel 2014 si è registrato un calo nella produzione di rifiuti urbani: 487,8 chili per abitante, circa 3 chili in meno rispetto all’anno precedente. Anche se l’inquinamento atmosferico resta un problema irrisolto, che intacca sopratutto le zone del Nord-Ovest.
Tirando le somme, qualche spiraglio di luce si intravede; fermo restando che c’è ancora molto da fare per rendere il nostro Paese un posto più vivibile, dove i giovani siano messi nelle condizioni di non dover preparare bagagli e bagaglini – come accade sempre più spesso – per varcare le Alpi.

A presto,

CR

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