IL “DOPO” DIESELGATE


Cari amici,

è passato un anno dallo scandalo che ha coinvolto la celebre casa automobilistica tedesca, la Volkswagen. Dopo quanto accaduto tutti ci aspetteremmo maggiori controlli sulle emissioni. Mi spiace deludervi: il lupo può anche perdere il pelo, ma non il vizio! Stando all’ultimo rapporto di Transport&Environment, che ha esaminato le informazioni di 230 modelli, provenienti dalle investigazioni di Francia, Germania, Gran Bretagna e da una banca dati indipendente (EQUA Index), le case automobilistiche continuano beatamente a falsare i test di laboratorio sulle emissioni. E non barano neanche di poco: perché a volte le differenze risultano enormi rispetto ai dati su consumi e inquinamento delle vetture in condizioni di guida reale.
Il podio della disonestà – stando ai dati riportati da questa istituzione – se lo aggiudicano Renault e Fiat. Per lo standard Euro 5, oltre alla Renault ci sono anche Land Rover, Hyundai, Opel/Vauxhall e Nissan. Per quanto riguarda i veicoli Euro 6, in pole position troviamo la Fiat, davanti a Renault, e poi l’Opel/Vauxhall, la Hyundai e la Mercedes.
Sta’ a vedere che quelle più pulite risultano le auto del gruppo Volkswagen? In un certo senso, è proprio così, perché tra le vetture Euro 6, che comunque emettono circa il doppio degli ossidi di azoto consentiti dallo standard comunitario, quelle meno inquinanti sono firmate Volkswagen!
Entrando nel dettaglio: come è possibile raggirare i controlli? Il rapporto spiega che le aziende automobilistiche attivano i sistemi di trattamento degli scarichi solo prima dei test, per poi disattivarli quando le auto sono in strada. Una bella furbata, davvero! Peccato che a pagarne i danni siamo sempre noi poveri automobilisti, che magari abbiamo comprato da poco una macchina, neanche poi conveniente in termini di costi, illudendoci di essere anche ecosostenibili. E soprattutto i cittadini, costretti a respirare l’irrespirabile.

Ma chi se ne importa; è il mercato, bellezza. O no?

A presto,

CR

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