Agromafie alla riscossa

Cari amici,

sapevate che le Agromafie hanno un giro di affari che nel 2015 ha superato i 16 miliardi di euro? Questo è il dato sconfortante che emerge da questo “Rapporto su crimini agroalimentari”. Il metodo è sempre lo stesso: i clan costringono con l’estorsione gli esercizi commerciali a vendere determinate marche e determinati prodotti. Ma non è finita qui, perché oltre ad appropriarsi di interi settori dell’agroalimentare, alterano anche la qualità e la sicurezza dei prodotti. Risultato: niente più libera concorrenza, niente più mercato legale.

Un business che da Nord a Sud mette a rischio la qualità dei prodotti e il marchio made in Italy. Se la Camorra appare più interessata al settore della ristorazione, Cosa Nostra specula anche nella gestione di attività agricole e di commercializzazione dei prodotti. La ‘Ndrangheta, invece, preferisce acquistare vasti appezzamenti di terreno e gestire società operanti nel settore agricolo, arrivando a ottenere – in modo illecito, ovviamente – finanziamenti comunitari destinati al settore agricolo.

Ma come fermare una rete mafiosa così capillare da operare direttamente nelle attività di trasporto e di stoccaggio della merce?

Nel 2015 i controlli delle forze dell’Ordine non sono mancati (oltre centomila), ma, a quanto pare, non basta. Si può fare di più! E uno sforzo maggiore più che all’Italia, che spicca rispetto agli altri Paesi per sicurezza agroalimentare, lo chiediamo all’Unione Europea.

A presto,

Carlo

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