Cari Amici,
come forse saprete, dopo l’articolo 18 anche l’articolo 4 dello Statuto dei lavoratori è finito in soffitta. Nel decreto attuativo del Jobs Act, il Governo ha infatti messo mano alla norma che vietava l’utilizzo degli strumenti aziendali per controllare i dipendenti. La nuova riforma del mercato del lavoro prevede infatti che l’azienda possa effettuare controlli a distanza sui propri dipendenti attraverso impianti audiovisivi (pc, tablet, telefoni aziendali) senza la necessità di accordi sindacali preventivi. E i sindacati, come prevedibile, sono insorti.
Oggi, però, non vi scrivo solo per informarvi di questo – pur importante – passaggio legislativo; intendo concentrare l’attenzione su una questione correlata (almeno a parer mio). Sarei infatti anche d’accordo, in linea di principio, con l’iniziativa del Governo, e – per una volta! – potrei anche appoggiarla.
A una condizione, però: a patto che il controllo si allarghi anche a pc e cellulari in dotazione ai nostri parlamentari. Vi racconto un aneddoto che le cronache hanno (quasi del tutto) taciuto: qualche mese fa, gli studenti di un istituto campano – l’Itis di Frattamaggiore – sono stati ammessi in visita alla Camera. In Aula si dibatteva dell’assetto istituzionale, e i ragazzi erano comprensibilmente emozionati; finché, introdotti all’interno dell’emiciclo, non hanno dovuto fare i conti con uno spettacolo (stando alle loro parole) “indecoroso”. Ad “ascoltare” il dibattito, infatti, oltre a decine di deputati distratti e indifferenti, si trovavano anche – udite udite – alcuni politici impegnati (si fa per dire) su social network, giornali sportivi, chat, giochi e giochini on-line. Qualcuno tirava i rigori con il tablet, qualcuno accatastava gelatine sullo smartphone, come i discoli degli ultimi banchi mentre il professore spiega Manzoni.
E allora, ecco la mia proposta al Governo: allargare ai nostri rappresentanti in Parlamento il controllo riservato ai dipendenti nelle aziende. D’altra parte, restano pur sempre dei servitori dello Stato! Lo sapete, il gioco della provocazione mi piace: ma non è che – per caso – sareste d’accordo?
Un saluto,
Carlo
In effetti con il controllo esteso anche ai politici anche io sarei più propensa ad essere daccordo con questo “sistema di sorveglianza”, ma vorrei che fosse ESCLUSIVAMENTE usato nell’ orario di lavoro con un minimo di tolleranza (ad esempio rispondere ad una breve chiamata sul cellulare non dovrebbe essere un problema).
Sempre collegato ai politici/deputati trovo oltraggioso che ricevano un “extra” (per definirlo in qualche modo) in busta paga quando presenziano alle votazioni, non dovrebbe far parte delle mansioni del loro mestiere? I ragazzi a scuola non sono premiati per le presenze effettuate, sono semplicemente obbligati a farlo! Idem per il posto di lavoro, di certo non si ricevono extra per essere andati sempre a lavoro!